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Viceregina imperiale di Doma in carica, la bellezza e la grazia di Yotsuyu nascondono un cuore di pietra. Una sovrana crudele e sadica, che cova un profondo odio per i domani. Con la scusa dell'eliminare elementi pericolosi, ha commesso numerose atrocità contro la sua stessa gente. Tuttavia, ognuno è l'eroe della propria storia...

Yutsuyu goe Brutus è un personaggio di Final Fantasy XIV.

Antagonista secondaria dell'espansione Stormblood, Yotsuyu è la viceregina del regno di Doma controllato dall'impero Garleano, eletta personalmente dal principe e legato della XII Legione Zenos yae Galvus. Mossa da un profondo sentimento di rabbia e odio nei confronti di un popolo che ritiene responsabile della propria orribile infanzia, ha voltato loro le spalle, ed approfitta della propria posizione per compiere ogni genere di atrocità nei loro confronti finché la sua sete di vendetta non sarà saziata, sete che lei stessa definisce inestinguibile e senza fondo come un abisso.

Storia[]

Infanzia[]

Yotsuyu goe Brutus, nata a Doma come Yotsuyu Naeuri, ebbe un'infanzia molto difficile: i suoi genitori morirono quando era ancora una bambina e venne adottata dagli zii, genitori del cugino Asahi Naeuri, che la ritirarono da scuola per costringerla a lavorare in casa come una sguattera, senza risparmiare abusi fisici e verbali spesso di fronte al cuginetto / fratellino adottivo. Ancora adolescente, Yotsuyu venne poi data in sposa ad un nobile locale dai modi violenti di nome Sashihai, e dopo la morte di quest'ultimo venne costretta a prostituirsi per saldare i debiti del defunto.
Incredibilmente, Yotsuyu si distinse dalle altre cortigiane fino a divenire una delle più note e influenti, al punto da attirare l'attenzione dell'allora viceré di Doma, che le propose di agire come spia per suo conto: la ragazza avrebbe dovuto sedurre il principe ereditario di Garlemald, Zenos yae Galvus, e strappargli con l'inganno informazioni sui piani militari del padre, l'imperatore Varis. Il piano tuttavia fallì scontrandosi con il carattere stoico di Zenos che, immune alle sue avances, le chiese cosa pensasse di Doma e quali fossero le sue ambizioni; colpita nel vivo, Yotsuyu confessò l'odio che provava verso il popolo domano per come era stata trattata, e il principe, mentre si sbarazzava senza sforzo di un gruppo di sicari intervenuto per ucciderlo, si disse interessato alle potenzialità della giovane cortigiana.
Tempo dopo, Yotsuyu poté cogliere i frutti di quell'incontro che le aveva cambiato la vita, quando l'Impero sconfisse le ultime cellule di resistenza di Doma guidate da Kaien Rijin, e Zenos in persona la nominò nuova viceregina.

Final Fantasy XIV: Stormblood[]

Passata in poco tempo da sguattera e prostituta a viceregina del popolo che tanto odiava, Yotsuyu non perdeva mai occasione per comportarsi come un vero tiranno: una delle sue prime azioni fu nominare nemici dell'Impero la Confederazione di Rasho Mastbreaker, un gruppo di pirati che gestiva il traffico sul mare di rubino, e chiunque facesse affari con essi. Per rincarare la dose Yotsuyu, accompagnata dall'ex ufficiale Grynewath pyr Arvina degradato a sua guardia del corpo, raggiunse il villaggio di Isari e iniziò a pianificare come maltrattare i pescatori locali con la scusa di eliminare qualche traditore; ciò spinse il samurai Gosetsu Daito, accompagnato dal guerriero della luce e dai discendenti della Settima Alba Alisaie Leveilleur e Lyse Hext, a consegnarsi ai garleani dichiarandosi alleato della Resistenza per guadagnare tempo. Mentre Yotsuyu cercava quindi di costringere Gosetsu a rivelarle dove si trovasse il legittimo erede al trono di Doma e figlio di Kaien, Hien Rijin, i discendenti sconfissero gli imperiali e cacciarono loro e i loro alleati Kojin rossi da Isari.

Tempo dopo, Yotsuyu inviò Grynewath a massacrare un po' di Kojin rossi come punizione per essere stati sconfitti, oltre a sottrarre loro la katana Ame-no-Habakiri, il loro tesoro più prezioso, che donò a Zenos quando questi giunse in visita al castello di Doma a seguito della notizia di un imminente attacco da parte della Confederazione. Il principe ebbe poco dopo l'occasione di testare la nuova arma contro il Guerriero della luce e la ninja Yugiri Mistwalker, giunti nel villaggio di Namai per eliminarlo; colpito in particolare dalle qualità dell'eroe, Zenos risparmiò lui e gli altri nella speranza di incontrare di nuovo il probabile degno avversario, intimando a Yotsuyu di non deluderlo una seconda volta come a Isari.
L'occasione si presentò in seguito, quando al castello di Doma Zenos ripeté la minaccia verbalmente e fisicamente nei confronti della viceregina: dando un sonoro ceffone al povero Grynewath, che aveva solamente cercato di aiutarla a rialzarsi, Yotsuyu diede al principe la notizia che il Guerriero della luce era arrivato nella regione di Yanxia, e ordinò a Grynewaht di eliminarlo mentre lei avrebbe pianificato il modo migliore per schiacciare la Resistenza di Doma una volta per tutte.

Tuttavia il Fronte di Liberazione di Doma, gruppo ribelle supportato dai discendenti della Settima Alba e guidato proprio da Hien, non si sarebbe arreso senza combattere e l'assalto al castello di Doma iniziò. Su ordine di Yotsuyu i soldati garleani, comandati da quello che un tempo era Grynewaht e che era stato trasformato in un orrore biomeccanico armato di motosega, difesero il castello fino alla morte, ma furono infine sconfitti e la viceregina fu messa all'angolo. Quest'ultima rivelò agli eroi i motivi che la spinsero a passare dalla parte dell'Impero, tenendoli occupati mentre il castello iniziava a crollare su se stesso: a quel punto Hien la uccise con un fendente prima che lei potesse sparargli, e il gruppo riuscì a sopravvivere solamente grazie all'eroico sacrificio di Gosetsu, che diede loro tempo di fuggire reggendo il soffitto che, alla fine, crollò su di lui.

La luce della luna[]

Contrariamente alle aspettative, Gosetsu e Yotsuyu erano sopravvissuti ed erano stati trasportati dalla corrente del fiume verso un'isola deserta, dalla quale ritornarono a Kugane costruendo una zattera di fortuna. L'ex viceregina di Doma aveva perso la memoria e non ricordava nulla di sé né degli eventi passati, neppure il proprio nome, e la sua personalità era diventata innocente come quella di una bambina. Gosetsu le diede il nome Tsuyu e la tenne con sé mentre tornavano a Doma per riunirsi con Hien, che, riconoscendola, le puntò la katana contro. Messo al corrente degli eventi da Gosetsu, tuttavia, Hien capì e si disse preoccupato per "Tsuyu" e per come il popolo di Doma, ancora segnato dalla sua tirannia, l'avrebbe accolta.
A seguito dell'eroica impresa Gosetsu fu costretto controvoglia a letto nella base della Resistenza, l'Enclave domana, mentre Tsuyu si prendeva cura di lui. Un giorno il samurai ammise di voler gustare il tipico caco di Namai, un frutto che cresceva solo in quel villaggio e suo cibo preferito fin da quando era bambino: la ragazza fuggì di nascosto per esaudire il suo desiderio ma, giunta a Namai, gli abitanti la riconobbero ed iniziarono ad urlarle contro tutta la loro antipatia. Questo risvegliò in lei il ricordo di aver fatto qualcosa di orribile nei loro confronti, cosa che la portò a prostrarsi in ginocchio e chiedere perdono in lacrime; fortunatamente, Hien giunse poco dopo e prese in mano la delicata situazione, riportando Tsuyu dove sarebbe stata al sicuro.

Tempo dopo, Hien incontrò il tribuno Asahi sas Brutus, fratello minore di Yotsuyu, che rivelò di come l'Impero fosse al corrente che l'ex viceregina fosse sopravvissuta, e chiese che venisse riconsegnata ai garleani per affrontare la Corte marziale; Hien accettò l'accordo, a condizione che in cambio i prigionieri di guerra di Doma venissero liberati. Ciò che non sapeva, tuttavia, era che Asahi pianificava di far tornare la memoria alla sorella: inizialmente le regalò in privato uno specchio a forma di luna di fattura Kojin, che l'Impero le aveva donato quando era una prostituta, e in seguito durante l'incontro con Hien le presentò a sorpresa i suoi zii e genitori adottivi, che la rimproverarono sonoramente perfino di fronte all'erede di Doma e al Guerriero della luce, causando in lei un profondo trauma.
A seguito degli ultimi eventi, la memoria di Tsuyu iniziò a ritornare a poco a poco e, convintasi di non meritare l'affetto di Gosetsu e certamente non intenzionata a riunirsi alla propria famiglia, fuggì nottetempo per tentare di togliersi la vita con un pugnale tantō. Sfortunatamente per lei gli zii la videro e non persero occasione per sgridarla di nuovo nonché, credendola ancora affetta da amnesia, discutere della possibilità di venderla nuovamente per soldi. Ciò fece riemergere gli ultimi tragici ricordi di Tsuyu che, passato il punto di rottura, usò il pugnale per uccidere gli zii abusivi; Asahi intervenne quindi in scena e si congratulò con la sorella per aver recuperato la memoria, ammettendo di aver mandato lì i genitori aspettandosi che li uccidesse per vendetta. Di tutta risposta, lei gli rivolse un ghigno compiaciuto.

Yotsuyu si riunì quindi alle forze imperiali e attese il giorno dello scambio di prigionieri al Castrum Fluminis. Asahi in persona, accompagnato dal proprio assistente Maxima quo Priscus, attese l'arrivo del gruppo composto da Hien, Yugiri, Alphinaud e dal Guerriero della luce; qui Hien notò una grande quantità di casse misteriose, che Asahi spiegò essere nient'altro che un dono a prova della sua buona fede. Yotsuyu arrivò poco dopo, affermando di volersi riprendere la carica di viceregina e governare sulla "palude putrida e pestilenziale" che era Doma finché la sua vendetta non si fosse abbattuta su ogni singolo abitante.
Le casse preparate da Asahi, sorprendentemente, contenevano un'enorme quantità di cristalli: Yotsuyu intendeva combinare il loro etere con la propria rabbia per trasformarsi nel primordiale Tsukuyomi, dea della luna e della notte, e avvolgere Doma nell'oscurità eterna. Ciò era tuttavia parte del piano di Asahi, che sfruttò la cosa per mandare all'aria lo scambio di prigionieri e fuggire, inseguito da Hien e da Yugiri. Nel mentre il Guerriero affrontò Tsukuyomi in un feroce scontro, durante il quale il primordiale perse il controllo e tornò a essere Yotsuyu, venendo poi assalita dai fantasmi dei ricordi di tutti coloro che la odiavano... incluso Zenos, che si preparò a giustiziarla, ma venne fermato dal ricordo di Gosetsu, che la difese e permise all'eroe di Eorzea di distruggere le tragiche visioni. L'ex viceregina era tuttavia convinta di non meritare affetto né redenzione e, ritrasformandosi in Tsukuyomi, combatté finché le forze non la abbandonarono.
Tornato in scena dopo la battaglia, Asahi sparò un colpo di pistola alla sorella e prese a calci il suo corpo inerme, confessandole di odiarla per il fatto che Zenos, di cui lui era profondamente innamorato, avesse invece rivolto a lei le sue attenzioni. Con le proprie ultime forze conservate proprio per quel momento, Yotsuyu evocò le spade di Tsukuyomi ed infilzò il fratello, uccidendolo una volta per tutte. Notando poi l'espressione triste del Guerriero della luce, gli chiese come mai dispiacersi ora che la "strega di Doma" era stata eliminata: questi le rispose che "Tsuyu" avrebbe meritato una seconda possibilità e che Gosetsu avrebbe pianto la sua perdita, ma lei sorrise e, chiedendosi se gli fossero piaciuti quei cachi di Namai, chiuse gli occhi e si lasciò andare, finalmente tranquilla.
Gosetsu arrivò poco dopo con Hien e, assistendo alla scena, espresse la propria frustrazione nei confronti dei kami, il cui volere aveva salvato loro la vita al castello di Doma solo per vederli soffrire di nuovo, e prese una decisione: si rasò i capelli a zero, appese la spada al chiodo e divenne un monaco ambulante, che avrebbe viaggiato per Doma aiutando chiunque ne avesse avuto bisogno.

Grazie, fratello caro... per questo dono prezioso. La vendetta. Questa gente... la nostra gente... ignora la corruzione che si annida sotto la superficie. Getta via ciò che è rotto e sporco. Non parla delle cose che potrebbero disturbare le loro vite tristi e insignificanti. Come te, Asahi... facevi sempre finta di non vedere. Eri il primo... il primo che giurai di uccidere. Ah... che gioia. Pensavo che la mia fame fosse insaziabile... ma ora... ora sono soddisfatta. Dovresti sentirti onorato, fratello caro. Ho risparmiato le mie ultime forze solo... per te.
—Yotsuyu

Profilo[]

Aspetto fisico[]

Yotsuyu è una giovane donna Midlander dall'aspetto provocante, con lunghi capelli neri taglio hime, pelle molto pallida, trucco marcato e un neo nella parte sinistra del mento. Il suo abbigliamento consiste in un elegante yukata nero con orlo e interno rossi, decorato nella parte inferiore con motivi dorati e retto da una cintura obi gialla con decorazioni geometriche nere, e legata sul retro in un grande fiocco; completano il tutto un cordoncino rosso con gioielli legato attorno alla cintura, calzature nere infradito dalla suola molto alta, un elaborato collare di pizzo e una grande spilla per capelli di forma floreale sul lato sinistro della testa. Un elemento con cui Yotsuyu è spesso vista è la caratteristica pipa molto allungata, di fattura elegante e colore argentato.
Dopo lo scontro con la sua incarnazione Tsukuyomi, l'abbigliamento di Yotsuyu è molto simile ma ora lo yukata è color viola nella parte sinistra e bianco nella parte destra, a rappresentare la luna piena e la luna nuova, con eleganti orli neri e dorati e decorazioni argentate. La cintura obi è ora dorata e corredata da un cordoncino rosa scuro, mentre i capelli diventano bianchi e il collare è color oro.

Durante il periodo passato con Gosetsu a seguito della propria amnesia, "Tsuyu" indossa uno yukata molto più semplice di colore marrone chiaro con orlo rosso, retto da un obi rosso scuro e accompagnato da calze nere con semplici calzature di legno. In alcune scene indossa anche un tipico copricapo di paglia da contadino, molto largo e dalla forma a cupola, legato sul mento da un nastro nero.
Durante i flashback di quando era una ragazzina, Yotsuyu indossa un kimono blu dalle maniche corte che non raggiunge le ginocchia, sorretto da una cintura nera con decorazioni dorate e un accessorio legato ad una fibbia da un cordoncino giallo.

Personalità[]

Segnata da un'infanzia piena di abusi, umiliazioni e maltrattamenti di ogni genere, incluso il matrimonio forzato con un nobiluomo violento, Yotsuyu è diventata una dittatrice sadica e crudele che non perde l'occasione di approfittare della propria posizione per vendicarsi del popolo di Doma, che ritiene colpevole del suo passato. Ogni occasione è buona per lei per commettere atrocità di ogni genere nei confronti di persone innocenti, come nel caso dei pescatori di Isari, con la scusa del voler "eliminare elementi pericolosi per l'Impero", e soddisfare il desiderio di vendetta e l'odio che lei stessa descrive "come un abisso: insaziabile e senza fondo". Ciò si riflette spesso anche sui suoi stessi subordinati, in particolare la sua guardia del corpo Grynewaht che si è perfino preso uno schiaffo per averla aiutata a rialzarsi, mentre è molto devota a Zenos e ne è allo stesso tempo spaventata, ben sapendo come lui non tolleri i fallimenti.

Durante la difficile infanzia Yotsuyu era una ragazzina molto sola e profondamente depressa, descritta dal proprietario del bordello a cui era stata venduta come "più bambola che donna" con "occhi che avevano rinunciato a vivere". Solo quando ebbe il primo incontro con Zenos la sua rabbia verso Doma finalmente esplose.

Dopo aver perso la memoria, "Tsuyu" cambia radicalmente personalità e appare come una ragazza dolce e sensibile, dal comportamento quasi infantile e sempre intenta a prendersi cura di Gosetsu, al punto da piangere in ginocchio di fronte agli abitanti di Namai e implorare il loro perdono una volta ricordatasi del motivo per cui la odiavano. Man mano che i ricordi riaffiorano Yotsuyu ritorna ad essere quella di prima, ma molto più determinata a vendicarsi di tutti coloro che l'avevano maltrattata: i genitori adottivi, il fratello Asahi e soprattutto il popolo intero di Doma, sul quale avrebbe regnato portando il terrore e la notte eterna, accettando di vestire i panni della "strega" che proprio loro avevano creato.

Gameplay[]

Yotsuyu appare inizialmente durante una serie di scontri in singolo contro ondate di soldati e macchinari garleani nella missione "Hope on the Waves", nella quale lei e Gosetsu stanno raggiungendo Doma ma vengono intercettati vicino al villaggio di Onokoro: in questa fase non partecipa attivamente allo scontro, ma si trova all'esterno dell'area di combattimento e al termine di esso verrà rivelato il fatto che lei e Gosetsu sono sopravvissuti al crollo del castello di Doma, e che lei in particolare ha perso la memoria.
Lo scontro decisivo con Yotsuyu avviene nella prova Castrum Fluminis, in cui assume le sembianze del primordiale Tsukuyomi e, recuperata la memoria, intende ancora vendicarsi del popolo domano. Di questa prova è disponibile anche una versione opzionale a difficoltà Extreme e una a difficoltà Unreal.

Etimologia[]

Il nome Yotsuyu, scritto in kanji come 夜露, significa "rugiada notturna", adatto al tema della notte e dell'oscurità che avvolge un animo altrimenti dolce e gentile. Quando soffre di amnesia, difatti, Gosetsu le dà il nome Tsuyu (露), semplicemente "rugiada".