
- Resoconto storico della vita di Sant'Ajora, scritta dal suo discepolo Germonique. A lungo si è negato che esistesse.
Le Scritture di Gemonique sono un antico manoscritto presente in Final Fantasy Tactics. In inglese sono conosciute come Scriptures of Gemonique.
Si tratta di una biografia di Sant'Ajora Glabados che racconta la persona che era realmente, anziché il figlio degli dei che viene venerato dalla Chiesa di Glabados, e per questo motivo la sua esistenza è stata tenuta nascosta dal clero. Gli scritti parlano della vita di Ajora, ma non fanno precisa menzione circa la natura del suo legame con il demone Lucavi Ultima, se il santo fosse stato una sua incarnazione o l'Angelo si fosse semplicemente sostituito a lui. Gli scritti contengono anche una serie di rituali, uno dei quali permette di aprire un portale tra il monastero di Orbonne e la necropoli di Mullonde.
Storia[]
Per lungo tempo dopo la loro trascrizione, le Scritture di Germonique furono tenute nascoste dai seguaci di Ajora. Perché non fossero state distrutte non è chiaro, ma il manoscritto fu conservato per duemila anni nella biblioteca del monastero di Orbonne, dove ben presto la sua esistenza fu dimenticata. La verità scritta su quelle pagine, tuttavia, non fu dimenticata dalla Chiesa, che si premurò di cancellare dalla memoria della gente qualunque traccia della natura umana di Sant'Ajora.
Le Scritture di Germonique tornarono alla luce quando Simon Penn-Lachish, abbandonata la sua carica di inquisitore presso la Chiesa, si ritirò a vivere da eremita al monastero di Orbonne, trascorrendo le sue giornate a leggere i vari libri conservati nella biblioteca. Fu solo questione di tempo perché s'imbattesse negli scritti proibiti, che lo incuriosirono a tal punto da spingerlo a cercare di tradurli. Più la vera storia di Ajora si rivelava ai suoi occhi, più la sua fede vacillava, e più capiva quanto davvero la Chiesa temesse quel manoscritto.
Durante la Guerra dei Leoni, il templare Isilud Tengille invase il monastero per impossessarsi dell'auralite della vergine, e quando Padre Simon rifiutò di collaborare, il giovane lo ferì mortalmente con la sua spada. Quando l'eretico Ramza Beoulve, anch'egli in cerca dell'auralite, raggiunse il monastero, trovò Simon ferito e sanguinante, che in punto di morte gli consegnò le Scritture di Germonique, sperando che potesse farne un uso migliore.
Ramza lesse la traduzione degli scritti e le riflessioni di Simon, provando la stessa crisi di fede subita dall'eremita, ma il libro non rimase nelle sue mani per molto tempo. Quando il giovane tornò al monastero qualche tempo dopo, fu convinto con l'inganno a consegnare le Scritture di Germonique al templare Loffrey Wodring, segretamente in combutta con la cospirazione dei demoni Lucavi. Loffrey scoprì l'incantamento che avrebbe consentito al suo leader Folmarv Tengille, ospite del Lucavi Hashmal, di raggiungere la necropoli di Mullonde ed eseguire il rituale per evocare il sovrano dei demoni Ultima.
Riflessioni di Ramza[]

Ramza inizia la lettura del vangelo di Gemonique.
Quanto segue sono le riflessioni di Ramza Beoulve dopo la lettura delle Scritture di Germonique:
Aprii le Scritture di Germonique che mi erano state affidate da Padre Simon, e iniziai a sfogliarne le pagine. Le parole che avevo davanti erano scritte nella sacra lingua degli antichi. Tante erano le illustrazioni sparse per le pagine, ma molte di esse erano mancanti o danneggiate, e decifrarne il contenuto era un'impresa immane. Ma altrettanto immane era la mia curiosità di scoprire il sapere che esse celavano.
Mentre sfogliavo le pagine, notavo occasionalmente alcune parole flebilmente scritte nella lingua moderna di Ivalice. Note esplicative erano sparse qui e là per tutto il manoscritto. Mi chiedevo chi ne fosse l'autore.
Giudicando dall'inchiostro sbiadito, alcune di esse erano vecchie di oltre un decennio, mentre altre parevano scritte da pochi giorni. Appena ne toccai una col mio dito, le lettere si sbavarono. L'inchiostro doveva ancora asciugarsi completamente. Ogni nota era stata scritta dalla medesima mano: quella di Padre Simon, compresi immediatamente. Doveva aver dedicato molta della sua vita a decifrare queste Scritture, studiando con zelo riga per riga.
Mi basai quasi totalmente su quelle frammentarie note, mentre continuavo a leggere.
A quanto pareva, quelle sacre scritture erano opera di Germonique, un discepolo di Sant'Ajora. Germonique... Quel nome mi colpì nella mente. Di colpo, riemersero alla luce i ricordi di lezioni di storia quasi dimenticate.
Fu allora che ricordai. Germonique fu il discepolo che aveva disatteso la fede del suo maestro, tradendolo dagli uomini del Sacro Impero di Ydoran. Fui sgomento al pensiero che un tomo di tal fatta, scritto dallo stesso Germonique di cui avevo appreso a scuola, fosse ora nelle mie mani.
A stento riuscivo a contenere l'entusiasmo mentre sfogliavo le varie pagine. Ma, ben presto, fui colpito da un trauma ben più forte dell'emozione di possedere un artefatto storico d'immenso valore.
Al principio, pensavo il libro non fosse altro che una raccolta degli insegnamenti di Sant'Ajora, narrati da Germonique. La verità delle cose mi colse totalmente alla sprovvista. Questo tomo aveva il compito di narrare la vita di Sant'Ajora. E il Sant'Ajora descritto in queste pagine era di una natura grandemente differente da quella dell'uomo di cui tutti avevamo appreso.
Avevo sempre creduto che Sant'Ajora non fosse un comune mortale. La mia fede nella chiesa di Glabados non era mai stata tanto radicale quanto quella di mio fratello Zalbaag, ma non avevo dubbi sul fatto che Sant'Ajora fosse figlio degli dei, disceso dai cieli per redimere l'umanità dal marasma ch'essa si era procacciata. Lo credevo, ma ormai non credo più. Tutto ciò che avevo pensato immutabile, si dissolse dopo aver letto le Scritture.
La nascita di Sant'Ajora avvenne in un'età d'oro della tecnologia, quanto le aeronavi navigavano per i cieli.
Egli nacque a Lesalia, nella città di Bervenia. Pochi attimi dopo il parto, si erse in piedi e s'avvicinò ad un pozzo. Raggiuntane la base, una profezia scaturì dalle sue infanti labbra: "Una piaga s'abbatterà su questo pozzo. Sia subito richiuso, sicchè nessuno possa da esso abbeverarsi."
Qualche giorno dopo, la peste nera visitò la città di Bervenia, e tutti coloro che bevvero dall'acqua di quel pozzo furono colti dalla piaga e perirono. Solo le famiglie che avevano dato ascolto alle parole profetiche di Sant'Ajora furono salvate dalla morte e dalla malattia. Dopo quanto accadde col pozzo, la gente venne a venerare Sant'Ajora come portatore di miracoli e figlio degli dei.
Ma non fu sino ai vent'anni che Sant'Ajora divenne il salvatore di Ivalice, e prese il suo posto tra gli dei in Paradiso.
Ivalice non fu sempre unita come lo è oggi. Tanto tempo fa, il reame era diviso in sette regni: Fovoham, Lionel, Limberry, Lesalia, Gallione, Zeltenia, e Mullonde. Ognuna guerreggiava contro l'altra, in un eterno tentativo di espandere il proprio territorio.
Questo conflitto si protrasse per secoli, finchè un ambizioso giovane re salì al potere a Mullonde. Questo giovane monarca sognava di unificare Ivalice sotto il suo potere, ma la strada verso la vittoria era ardua e perigliosa. Il re si rivolse ad antichi tomi e alla magia nera lì contenuta, invocando un demone dagli inferi da porre ai sui comandi. Ma una volta libero, il demone trucidò il re e scappò, con l'intento di distruggere il mondo.
Dunque, un grande eroe si mise in un viaggio per combattere questa mostruosità. Assieme ai suoi dodici discepoli, egli radunò le Pietre dello Zodiaco ch'erano state sparse per il mondo, e gli Eroi dello Zodiaco nacquero ancora una volta. Gli eroi sconfisserò i servitori della creatura, e sciacciarono il demone verso il suo piano infernale, e per questo divennero per fama i salvatori del mondo.
Questa storia è ormai leggenda. Da quel momento, gli Eroi dello Zodiaco sono sempre apparsi ogniqualvolta il mondo si trovasse sull'orlo di una catastrofe, per poi scomparire non appena risolta la crisi.
Una simile catastrofe minacciò il mondo nell'era di Sant'Ajora. Il re di Limberry evocò un demone, nella speranza di controllare tutta Ivalice, e spinse nuovamente il mondo nel caos. E, proprio come nella leggenda, Sant'Ajora riunificò le dodici Pietre dello Zodiaco. E, ancora una volta, gli Eroi dello Zodiaco si ersero a difendere il mondo dal demone distruttore.
Tuttavia, qualsiasi sovrano di ogni epoca tollera assai malamente l'ingerenza di "eroi" mossi da nobili intenzioni.
Temendo il crescente potere di carisma del santo, il Sacro Impero di Ydoran inviò dei soldati per catturare lui e i suoi discepoli. Il Farismo era, a quei tempi, le religione dominante, e i suoi sacerdoti temevano l'influenza sempre crescente di Ajora. Infine, Germonique, il tredicesimo discepolo, fu allettato dal vil denaro, e offrì informazioni vitali, che portarono alla cattura del suo maestro. Il santo scontò la sua pena capitale, al patibolo di Golgollada.
Ma è importante non dimenticarsi che Sant'Ajora era figlio degli dei. L'ira dei cieli fu celere e terribile. Subito dopo la condanna, Mullonde, capitale della religione Farista, fu colpita da un terribile cataclisma e sprofondò nei mari.
Sant'Ajora ascese poi in Paradiso, e prese il suo giusto posto nei cieli.
Questa era la leggenda cui ero avezzo, la stessa raccontata ad ogni bambino di Ivalice. Ma il Sant'Ajora descritto in queste Scritture di Germonique era un uomo totalmente diverso.
Ajora non era il figlio degli dei. Lui era un semplice mortale, non più divino di me o di te. Era un rivoltoso, che combatteva soltanto per realizzare le sue ambizioni. Non era un amante della pace, né un eroe che si sarebbe sacrificato per il bene dell'umanità.
Germonique scrisse di lui:
Fondatore di una nuova religione dal crescente numero di seguaci, Ajora era considerato non più che una seccatura dall'impero. Ma Ajora, a quanto pareva, era ben più di un semplice fondatore di una religione. Era un facironoso, che s'infiltrava negli stati nemici per ottenere informazioni e fomentare disordine. Ajora era una spia, inviata nel Sacro Impero di Ydoran da uno stato rivale.
Qualunque ruolo egli professasse, è sicuro che l'impero iniziò a temere la crescente autorità di questo pioniere. A Germonique fu dato il compito di scovare le prove che permettessero all'impero di arrestare Ajora come una spia. Il tredicesimo discepolo in realtà non era altro che l'alfiere dell'impero in una partita per scoprire le vere intenzioni di Ajora.
Sembra che Ajora cercasse davvero di radunare nuovamente gli Eroi dello Zodiaco. Germonique confermò nei suoi scritti che Ajora riuscì addirittura a riesumare alcune delle Pietre. Ma per quale motivo andava alla loro ricerca?
Non so se il giovane re di Limberry evocò davvero un demone. Per lo meno, non sono riuscito a trovare neanche una riga nelle Scritture che riportasse un tale accadimento. Ma una catastrofe avvenne davvero a Mullonde, non appena morì Ajora. Secondo il manoscritto, la maggior parte della città sprofondò nel mare.
Le note a piè di pagina mi fecero maggior chiarimento. Esse esprimevano un diverso punto di vista, senza alcun dubbio quello di Padre Simon.
"Anche se molti discutevano circa la loro esistenza, nessuno aveva posato lo sguardo su queste Scritture di Germonique. Alcuni potrebbero dire che esso sia falso, con il solo scopo di discretare la persona di Sant'Ajora. Ma io so che questo codice è autentico."
"Quando prestai servizio come inquisitore della Chiesa, molti altri nel Sant'Uffizio temevano l'esistenza di quest'opera. E, fuor di dubbio, lo stesso vale per il Pontefice. Tutti loro paventavano questo scritto, perchè ogni cosa ivi contenuta corrisponde a realtà."
"Dopo la morte di Sant'Ajora, la Chiesa, che aveva accresciuto il proprio potere tramite la sua notevole influenza, soveva fare solo una cosa: nascondere la sua natura di essere umano. Solo questo fatto doveva sparire dagli annali della storia. Aveva bisogno che Sant'Ajora fosse ricordato come figlio degli dei.
"L'aver utilizzato la leggenda degli Eroi dello Zodiaco, cui tutta Ivalice prestava fede, fu un vero colpo di genio. Fu un'impresa facile convincere la gente che Sant'Ajora avesse guidato gli Eroi dello Zodiaco e sconfitto un demone. Un demone mai esistito..."
"Mi accorgo ora d'aver perso la mia fede dal momento in cui principai a leggere queste Scritture. Tuttavia, non ne provo dolore. Ripensandoci, so adesso che il mio desiderio di verità era ben più ardente di quanto mai lo fosse stata la mia fede."
"Ma ho commesso un peccato capitale. Ho fallito nel condannare la Chiesa per le menzogne a noi propinate in tutti questi anni. Il motivo? Sapevo che, se avessi condiviso questo libro con il mondo, la mia preziosa biblioteca mi sarebbe stata portata via."
"E per me non vi sarebbe dolore più grande, poichè questa biblioteca è l'unico mezzo che ho per soddisfare l'infinita sete di sapere. La mia curiosità vince la mia volontà di fare quanto era giusto."
Padre Simon ha scritto che il demone di Sant'Ajora non è mai esistito. Ma io ho visto l'oscuro potere delle Pietre dello Zodiaco con i miei stessi occhi. C'è una malvagia presenza all'opera. Qualcosa di molto più sinistro anche del Pontefice e delle sue contorte trame.