Final Fantasy Wiki
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Misterioso animale in grado di comunicare usando il linguaggio degli umani. È riconoscibile per il pelo fulvo, la coda fiammante e zanne e artigli aguzzi. Catturato e tenuto prigioniero per essere utilizzato come cavia da laboratorio, Red XIII non è il suo vero nome, ma l'identificativo assegnatogli da Hojo.

Red XIII è un personaggio ricorrente nella serie di Final Fantasy VII. Il suo vero nome, rivelato quando si raggiunge il suo luogo d'origine, è Nanaki.

Esemplare di una rara e misteriosa specie simile a un leone o un lupo, è un giovane guerriero di Canyon Cosmo, catturato dalla compagnia elettrica Shinra per essere usato come cavia da laboratorio dal professor Hojo. Si unisce a Cloud e ai suoi amici dopo essere fuggito dal laboratorio del palazzo Shinra, e inizialmente il suo unico desiderio è tornare a casa, ma quando scopre la vera storia dietro la caduta della sua tribù, rimane assieme a loro per adempiere al suo compito di guerriero e proteggere il pianeta.

Red XIII è uno dei personaggi giocanti di Final Fantasy VII, e riprende questo ruolo anche nel progetto Remake, iniziando come personaggio ospite in Final Fantasy VII Remake per poi diventare direttamente giocabile in Final Fantasy VII Rebirth. Ha inoltre ruoli di supporto minori in Final Fantasy VII: Advent Children e in Before Crisis -Final Fantasy VII-.
Red XIII è il primo e unico personaggio giocabile quadrupede mai apparso nella serie di Final Fantasy, e per questo motivo è uno dei personaggi con meno apparizioni fuori dal suo gioco d'origine, soprattutto nei primi anni 2000 a causa della difficoltà dei programmatori a realizzare le sue animazioni e le textures della sua pelliccia. Ciò non gli ha comunque impedito di apparire in altri titoli spin-off con grafica 2D, come personaggio ospite.

Storia[]

Orphan (crisi)Pericolo Spoiler: Seguono dettagli su trama e/o finale. (Salta sezione)

L'ultimo guerriero[]

FFVII Overworld Red XIII

Nanaki nacque nel 1959, figlio di un guerriero di nome Seto. La sua tribù di protettori, per quanto molto ridotta, era molto rispettata da uomini e bestie nella regione di Cosmo, ma fu colpita dalla tragedia quando subì un attacco del popolo ostile dei Gui: lo scontro che seguì risultò in un massacro, in cui quasi tutti i protettori si sacrificarono per distruggere il nemico.
Seto fuggì durante la battaglia, mentre la sua compagna portò il piccolo Nanaki al sicuro nel vicino villaggio prima di sacrificarsi per proteggerlo. Rimasto orfano, Nanaki fu preso in custodia dal saggio Bugenhagen, che se ne prese cura come fosse figlio suo, e crebbe con la convinzione che suo padre fosse un codardo che aveva abbandonato lui e sua madre nel momento del bisogno.

Nanaki visse una vita relativamente tranquilla per un lungo tempo attorno a Canyon Cosmo, imparando tante cose da Bugenhagen, che chiamava affettuosamente "Bugen". Il 10 ottobre 0006 cadeva un'importante ricorrenza per la gente del canyon: la "cerimonia di pacificazione del pianeta", un evento che si teneva ogni cinquant'anni, in cui due membri della sua specie eseguivano una danza rituale per placare il dolore del pianeta.
Poiché la tribù di Nanaki era ormai ridotta a soli due membri, lui e una femmina di nome Deneh, il giovane fu costretto dalle circostanze a prepararsi per condurre la cerimonia assieme a lei. Nanaki si sentiva tuttavia tutt'altro che pronto, non solo perché la cerimonia lo avrebbe addossato della responsabilità di protettore, ma anche perché le usanze della sua tribù lo avrebbero separato per molto tempo da Deneh, che era stata la sua unica amica in tutti quegli anni, e che dopo l'evento avrebbe dovuto vivere da sola lontano dal villaggio. Il giovane si trovò quindi in preda ai dubbi e, sentendosi sotto pressione da parte di Bugenhagen e Deneh, si rifugiò in cima al canyon per restare da solo.

Mentre rifletteva, Nanaki vide Deneh inseguita da un gruppo di soldati accompagnati da due persone vestite di nero: erano i Turks, agenti segreti inviati dalla Shinra per cercare un esemplare della sua specie per conto del professor Hojo. Capendo che la sua amica era in pericolo, il giovane non volle fare la figura di suo padre e si lanciò contro i Turks per difenderla: Nanaki disse a Deneh di essere pronto per compiere il rituale assieme a lei e combattè per la prima volta come un vero guerriero, anche se alla fine si ritrovò sconfitto.
Mentre Nanaki era indebolito e si reggeva a malapena in piedi, Reno, uno dei Turks, si preparò a stordirlo per concludere la sua missione, ma la collega che era con lui, colpita dal coraggio dimostrato da quella creatura dal pelo rosso, gli chiese di aspettare e lasciargli portare a termine il rituale. Quella notte, Nanaki disse addio a Deneh e si consegnò ai Turks per essere portato al professor Hojo. Arrivato nel laboratorio, Nanaki fu trascinato su un tavolo per operazioni e gli fu impresso il numero XIII sulla spalla sinistra, e per il colore della sua pelliccia Hojo decise di ribattezzarlo "Red XIII".

Continuità originale[]

Alleato di Cloud[]

Red XIII rimase nel laboratorio di Hojo per più di un anno, finché, nel dicembre 0007, la sua strada non si incrociò con quella di un gruppo di nemici della Shinra. Un giorno, i Turks consegnarono al professore una ragazza di nome Aerith, ultima esponente in vita dell'antico popolo dei Cetra: Hojo fu estasiato dal poter finalmente avere tra le mani il suo campione più prezioso e decise che avrebbe iniziato a studiarla subito. Nel tentativo di "preservare" la razza Cetra e la specie di Red XIII, il perverso scienziato mise i due esperimenti nella stessa capsula di contenimento, con il preciso intento di farli accoppiare e riprodurre per avere più cavie su cui lavorare.
Prima che potesse accadere l'irreparabile, un gruppo di amici di Aerith, guidati dall'ex SOLDIER Cloud Strife, arrivò per liberare la ragazza, e quando distrussero la capsula Red XIII approfittò dell'occasione per aggredire Hojo, che riuscì a salvarsi solo liberando un altro dei suoi campioni. La bestia dal pelo rosso aiutò il gruppo a togliere di mezzo il mostro, e il gruppo si mostrò sorpreso dalla sua abilità di parlare, ma Red XIII preferì non perdere tempo in conversazioni, limitandosi a dire che il suo nome era solo un identificativo datogli da Hojo, e che loro avrebbero potuto chiamarlo come preferivano. Red XIII mise anche in chiaro che non avrebbe fatto nulla ad Aerith, specie perché non amava particolarmente gli umani, ma nella capsula stava fingendo di voler assalire la ragazza per ingannare Hojo.

Il gruppo colse quindi l'occasione per darsi alla fuga, e Red XIII li seguì nella speranza di allontanarsi il più possibile dalla Shinra, ma purtroppo la loro fuga fu fermata dai Turks, che li imprigionarono nell'area di detenzione del laboratorio. Il canide condivise la sua cella con Barret, un uomo con un fucile al posto del braccio, con cui non aveva molta voglia di parlare. Mentre attendevano il loro destino, Red XIII si addormentò e, mentre sognava, chiamò a voce alta Bugenhagen, sorprendendo Barret.
Più tardi, il gruppo fu liberato da un'entità misteriosa e, tornando nell'area per i test, Red XIII notò che la capsula accanto a quella dove stava lui era stata aperta e il contenuto era stato rimosso: la capsula conteneva Jenova, una forma di vita che Hojo aveva studiato in precedenza. Seguendo la scia di sangue lasciata dal misterioso ladro, il gruppo arrivò nello studio del Presidente Shinra, dove trovò il magnate morto sulla sua scrivania, impalato da una lunga katana. Prima che potessero chiedersi cosa fosse successo, l'arrivo del nuovo presidente della Shinra, Rufus, costrinse il gruppo alla fuga. Da quel momento, Red XIII rimase assieme al gruppo e lo accompagnò durante l'avventura.

Durante la sosta a Kalm, il canide ascoltò con interesse il racconto di Cloud in merito all'incidente di Nibelheim, e conobbe finalmente la leggenda di Sephiroth, un SOLDIER con cui Cloud diceva di aver servito e che sembrava essere legato alla scomparsa di Jenova e alla morte del presidente Shinra. Red aiutò il gruppo ad infiltrarsi nella nave cargo nel porto di Junon, e arrivò anche a travestirsi da soldato per non farsi notare dai marinai, un'esperienza che in futuro avrebbe cercato in ogni modo di dimenticare.
Quando il gruppo arrivò infine a Costa del Sol, Red fu l'unico a non apprezzare l'idea di sostare nello stabilimento balneare della Shinra, non tanto per il fatto che anche Hojo fosse in vacanza lì in quel momento, quanto per il fatto che il sole cocente gli faceva seccare il naso. Red XIII restò quindi buono sotto un ombrellone finché il gruppo non ripartì. Mentre riposava, dei bambini giocavano nelle vicinanze, e occasionalmente rispediva loro la palla con la coda quando gli arrivava vicino... ma tenne sempre a precisare che la coda si muoveva da sola, non perché voleva giocare anche lui.

Ritorno a Canyon Cosmo[]

Red XIII accompagnò il gruppo di Cloud attraverso mille peripezie, ma in nessuna occasione trovò una ragione per condividere con loro la sua storia, forse anche per il fatto che nessuno gliel'aveva mai chiesta. Le cose cambiarono quando il gruppo si trovò a sostare presso il suo luogo natale, Canyon Cosmo, a causa di un malfunzionamento nel motore del fuoristrada che stavano usando per spostarsi.
Tornato a casa, Red si ricongiunse con Bugenhagen, che rivelò a Cloud e ai suoi compagni alcuni dettagli sul passato del loro ferino amico: scoprirono così che il suo vero nome era Nanaki, e che per gli standard della sua specie non era ancora un adulto nonostante i 48 anni di età, cosa che lo imbarazzò non poco data l'immagine stoica che aveva sempre mantenuto con loro. Red XIII non si mostrò molto contento quando il saggio menzionò suo padre Seto, poiché era ancora convinto che fosse solo un codardo traditore. Bugenhagen decise perciò di mostrargli qualcosa che aveva tenuto a lungo nascosto.

Il saggio guidò il gruppo in una caverna sigillata all'interno di Canyon Cosmo, che un tempo i Gui avevano attraversato per attaccare il popolo di Red XIII. La caverna era ancora infestata dagli spiriti dei Gui, incapaci di riunirsi al flusso vitale del pianeta, ma alla fine di essa attendeva una sorpresa molto più grande: Red XIII vide il corpo pietrificato di suo padre Seto, che da solo aveva affrontato la tribù Gui a costo della sua vita. Mortificato per aver pensato male del proprio padre, Nanaki gli porse il suo profondo rispetto e, ispirato dal suo eroico sacrificio, promise di diventare un guerriero come lui: Seto versò una lacrima per il figlio, e Nanaki lanciò un lungo ululato alla luna.
Rimasto solo con lui, Bugenhagen affidò a Red XIII il compito di proteggere il pianeta, e pur rimanendo pessimista riguardo il futuro gli disse che il miglior modo per impedire la fine del mondo era seguire Cloud e i suoi compagni. Red XIII decise dunque di raggiungere il gruppo prima che potessero lasciare Canyon Cosmo, e da quel momento rimase sempre al loro fianco per difendere il pianeta.

Alla ricerca di Sephiroth[]

Dopo una serie di avventure, il gruppo scoprì che Sephiroth era alla ricerca di un oggetto chiamato materia nera, che si diceva fosse custodito all'interno del tempio degli Antichi. Intenzionati a trovare la misteriosa materia, Cloud e i suoi compagni andarono al Gold Saucer per parlare con Dyo: avevano infatti scoperto che il ricco proprietario del parco di divertimenti era in possesso della chiave litica in grado di aprire le porte del tempio.
Mentre sostavano nella locanda del parco per la notte, Red XIII ricordò che Dyo aveva menzionato un uomo con un tatuaggio #1 sul proprio corpo, che durante la loro avventura avevano scoperto essere uno di numerosi cloni di Sephiroth. Pensando al tatuaggio XIII che gli aveva fatto Hojo, il canide si chiese se non fosse anche lui un clone di Sephiroth, ma Tifa, accarezzandolo, lo rassicurò e gli fece notare che non aveva ancora mostrato alcun comportamento in comune con quelle persone, convincendolo a non preoccuparsi.

Il recupero della materia nera fu inutile, poiché Sephiroth prese il controllo della mente di Cloud e lo costrinse a consegnargli la preziosa sfera. Il gruppo decise dunque di accompagnare Aerith nella capitale dimenticata, un'antica città dei Cetra, per eseguire un rituale che avrebbe potuto fermare il potere della materia nera. Sfortunatamente, mentre il gruppo stava per raggiungere Aerith, Sephiroth apparve dal nulla e la uccise con un colpo di spada. Red XIII non potè fare altro che lanciare un grido di tristezza per la morte dell'amica, mentre Cloud deponeva il suo corpo esanime nell'acqua del lago vicino.
Dopo quell'evento, il gruppo fu ancora più determinato a fermare Sephiroth una volta per tutte, e riuscì infine a strappargli la materia nera sconfiggendo Jenova∙DEATH nel labirinto di vortici. Per evitare di cadere di nuovo sotto il controllo di Sephiroth, Cloud consegnò la materia a Red mentre lui si addentrava nel cratere nord per cercare Sephiroth di persona.

Poco dopo, il gruppo si perse all'interno del labirinto di vortici, e Sephiroth colse l'occasione per ingannare anche loro e recuperare di nuovo la materia nera. Attraverso un'illusione di Tifa, amica di Cloud e loro compagna di viaggio, il SOLDIER guidò Red XIII e il resto del gruppo verso la parte più interna del labirinto, dove Cloud era arrivato assieme ai generali della Shinra. All'interno della sala, avvolta in un mare di mako cristallizzata, troneggiava il vero corpo di Sephiroth, imprigionato in uno stato di non-vita all'interno del cristallo.
Quello che Red XIII non sapeva era che Sephiroth aveva operato una terribile violenza psicologica su Cloud, facendolo dubitare di essere veramente un essere umano, e quando il gruppo consegnò al giovane SOLDIER la materia nera, questi la porse a Sephiroth stesso, liberandolo dalla sua prigione e rilasciando il potere della materia. Era iniziata l'invocazione della meteora.

La liberazione di Sephiroth aveva messo in allarme i guardiani del pianeta, le Weapon, e li aveva risvegliati dal loro sonno. Mentre Cloud veniva inghiottito dall'oscurità del cratere nord, il resto del gruppo fu catturato dalla Shinra e portato a Junon, dove riuscì a liberarsi poco dopo e a rubare l'aeronave Highwind mentre i militari della Shinra erano impegnati a rispondere all'attacco di una delle Weapon. Red XIII si riunì con i suoi alleati e l'aeronave partì alla ricerca dell'amico scomparso.

La caduta della meteora[]

Dopo che Cloud fu portato in salvo, Red XIII e il gruppo andarono da Bugenhagen in cerca di un modo per fermare la meteora. Il saggio li accompagnò fino alla capitale dimenticata, dove scoprirono che Aerith era riuscita a invocare Sancta, la magia contrapposta alla meteora, prima di morire. Purtroppo, la presenza di Sephiroth all'interno del pianeta impediva a Sancta di entrare in azione, perciò sarebbe stato necessario raggiungerlo nelle profondità del cuore planetario e sconfiggerlo direttamente.
Tornato dal viaggio, Bugenhagen si ammalò. Red XIII si precipitò al suo capezzale dopo aver chiesto a Cloud di sostare a Canyon Cosmo. Bugenhagen chiese al suo nipotino di continuare a difendere il pianeta, e di viaggiare ancora per scoprirne tutti i segreti e arrivare alla vera conoscenza. Dopo aver pronunciato le sue ultime parole, Bugenhagen esalò l'ultimo respiro.

Red XIII accompagnò Cloud e il resto del gruppo alla fine del viaggio nel cuore planetario, dove finalmente Sephiroth fu sconfitto. Assieme ai suoi amici, al sicuro nell'aeronave, il guerriero canino guardò la meteora mentre discendeva verso la città di Midgar e veniva distrutta dal potere di Sancta e del flusso vitale. Era la fine di gennaio del 0008.

Dopo la crisi[]

Dopo la caduta della meteora, il gruppo si ritrovò un'ultima volta nel luogo dove morì Aerith, e Red XIII decise di lasciarsi il suo passato di "esperimento" alle spalle, riprendendo con orgoglio il nome di Nanaki. Seguendo le ultime volontà di Bugenhagen, si preparò a lasciare Canyon Cosmo per osservare la vita nel pianeta e trasmettere le sue conoscenze, ma mentre si allontanava una sensazione strana iniziava a tormentarlo nel suo petto, una sensazione di vuoto: improvvisamente, non sembrava ricordarsi più i nomi e i volti degli abitanti del suo villaggio, e il vuoto si faceva sempre più grande. Nanaki chiamò questo vuoto "Gilligan".

Facendo tappa a Wutai, patria della sua amica Yuffie, la trovò all'interno di un crepaccio inondato dove era caduta insieme a un suo amico di nome Yuri: oltre all'acqua, erano circondati da una misteriosa sostanza nera. Nanaki soccorse i due ragazzi e Yuffie gli disse che stava cercando una materia che potesse guarire il suo popolo da una misteriosa malattia che veniva definita "morbo di Midgar", che si stava diffondendo in varie parti del mondo. Nanaki e Yuffie notarono che anche Yuri era stato infettato quando era entrato in contatto con il liquame nero, e non ebbero altra scelta che riportarlo in città, dove si trovava un edificio adibito alla quarantena.
Nanaki restò per qualche giorno ad aiutare Yuffie a prendersi cura dei malati, ma quando uno di loro notò il suo aspetto e gli chiese quale errore avessero commesso gli dei per creare una essere come lui, si sentì profondamente alienato: i suoi amici lo avevano sempre considerato uno di loro, ma tante altre persone avevano difficoltà a non vederlo come più di un animale. Tormentato da questo dilemma e da Gilligan che pulsava nel suo petto, Nanaki decise di lasciare Wutai, e disse a Yuffie di non perdere tempo a cercare una materia per curare per il morbo, perché era sicuro che non ne esistesse una tanto potente.

Il richiamo della foresta[]

Tornato sul continente, Nanaki si diresse a nord, verso Nibelheim, e in una foresta ebbe un incontro ravvicinato con un enorme orso Nibel che stava attaccando un bambino. Istintivamente, salvò il piccolo prima che potesse prendersi una zampata dall'animale, ma prima che potesse provare a scacciarlo, l'orso fu abbattuto da una fucilata: era un cacciatore, padre del bambino, che immediatamente puntò il fucile anche verso Nanaki. Il bambino, di nome Goddy, si frappose tra il padre e il canide, dicendo che "Red" lo aveva salvato. A sentirsi chiamare Red, Nanaki fu subito contrariato a causa dei brutti ricordi legati a quel nome, ma ancora più odiosa fu la reazione del cacciatore, che lo riconobbe e volle provare a catturarlo per vedere se la taglia che la Shinra aveva messo su di lui il giorno che era scappato fosse ancora disponibile.
Nanaki fuggì dall'uomo, ignorando le grida del bambino che lo chiamava. Quando tornò, poco più tardi, il corpo dell'orso era ancora presente, il cacciatore aveva solo rimosso la coda, ma qualcun altro era presente insieme a lui: due cuccioli di orso Nibel, che si strofinavano contro l'adulto come per svegliarlo. Capì che l'orso era una femmina ed era la madre dei due piccoli. Decise perciò di prenderli con sé, come aveva fatto Bugenhagen per lui, e prendersene cura finché non fossero stati abbastanza grandi per badare a se stessi: Nanaki chiamò i due orsetti Buzz e Lin.

Passarono alcuni mesi, e Nanaki iniziò ad apprezzare la vita da animale, mentre Buzz e Lin crescevano forti sotto la sua ala protettrice: anche Gilligan, che aveva interpretato come la sua paura di perdere le persone a lui care, aveva iniziato a non presentarsi più a impensierirlo. Un giorno, però, il passato tornò a manifestarsi quando i due orsi s'imbatterono nuovamente in Goddy, che era tornato a caccia con il padre. Buzz ferì il bambino con un'artigliata, e istintivamente Nanaki lo fermò prima che potesse ucciderlo, spaventando i due cuccioli e facendoli fuggire. Nanaki li seguì per la foresta, e passò con loro quelle che sarebbero state le loro ultime ore.
Quella notte, Nanaki si svegliò e non trovò più i cuccioli al suo fianco. Li cercò fiutando il loro odore, fino all'accampamento dei cacciatori, ma quando finalmente li trovò, era troppo tardi: Buzz e Lin erano morti, uccisi mentre cercavano di attaccare i cacciatori, e ora appesi a un albero con le code mozzate. Un misto di dolore e rabbia annebbiò la vista di Nanaki, che si lanciò contro gli umani presenti in preda a una furia cieca. A nulla servirono i tentativi di Goddy di calmarlo, ma prima che potesse accadere l'irreparabile, Nanaki fu colpito da una pallottola e svenne.
Quando si risvegliò, il guerriero fu accolto da una visione familiare: era Vincent Valentine, un uomo con il mantello rosso che aveva combattuto assieme a lui e Cloud. Dopo le spiegazioni, Vincent gli disse di averlo colpito perché si stava comportando come un mostro, anziché come il nobile guerriero che conosceva, e lo rassicurò che non aveva ucciso nessuno. Nanaki si sentiva confuso su cosa fare, se tutto quello che aveva fatto fino ad allora fosse valso qualcosa ora che i suoi cuccioli erano morti, ma Vincent non fu in grado di dargli alcun conforto, limitandosi a dirgli di non dimenticare mai le sue esperienze, prima di andarsene senza dire molte parole. Questo rese Nanaki ancora più triste, facendo ripresentare Gilligan dopo tanto tempo.

Verso il futuro[]

Benché ferito, Nanaki decise quindi di rimettersi in viaggio, e oltrepassò il monte Nibel fino a raggiungere Rocket Town, dove fu accolto caldamente da Cid, un altro degli amici con cui aveva combattuto, e scoprì di aver passato quasi due anni nella foresta. Cid aveva appena ultimato la costruzione di una nuova aeronave, che aveva chiamato Shera, e Nanaki fu contento quando l'amico gli chiese di accompagnarlo nel suo volo di collaudo: vedendo ancora una volta il mondo dall'alto, il protettore riacquistò la determinazione a viaggiare e fare nuove esperienze.
Mentre viaggiavano per l'area, Nanaki e Cid notarono Yuffie, e il pilota decise di scendere a salutarla. Nanaki fu inizialmente imbarazzato nel rivederla, dopo il modo in cui l'aveva salutata due anni prima, ma ottenne comunque nuove informazioni sul morbo di Midgar, che era stato ufficialmente chiamato geostigma, come il fatto che fosse contagioso e che colpisse maggiormente persone di volontà debole. Questo lo convinse ancora di più che la malattia non potesse essere curata con la materia, ma decise comunque di aiutarla a cercare ancora. Il gruppo andò a cercare tra i ghiacci del nord, senza trovare nulla, ma Yuffie fu comunque lieta di averci provato, e Nanaki si separò da lei in condizioni migliori.

Nanaki riprese quindi a viaggiare e fece un gran numero di conoscenze e scoperte in giro per il mondo, imparando tanti nomi e dandone altrettanti a cose che non ne avevano. La sua vita sembrava più leggera, ma Gilligan si faceva sempre più pesante, perché sapeva che prima o poi tutte quelle amicizie e conoscenze sarebbero morte: pensava che capendo la natura di Gilligan avrebbe potuto combatterlo, ma non riusciva a fare a meno di provare una profonda malinconia. Durante una tappa alla capitale dimenticata, dove i tristi ricordi della scomparsa di Aerith aleggiavano ancora, Nanaki incontrò nuovamente Vincent, a cui raccontò il suo dilemma. Questa volta, Vincent fu molto più d'aiuto, spiegando che Gilligan era una proiezione di un futuro lontano, di cui Nanaki aveva comprensibilmente paura.
In un istante, il canide sentì l'essenza di Gilligan tutto attorno a sé, e iniziò a scrutare in quel misterioso futuro: intravide se stesso mentre correva per la landa di Midgar, vide la città ormai disabitata e ricoperta di piante, e sentì la presenza di qualcuno al suo fianco, senza essere sicuro di chi fosse. Vincent disse a Nanaki di non preoccuparsi di vivere troppo a lungo, perché questo avrebbe solo finito per sopraffarlo: Vincent era diventato biologicamente immortale a causa degli esperimenti di Hojo, perciò il suo problema era ancora peggiore di quello di Nanaki, ma aveva imparato a farsene una ragione. I due decisero quindi di incontrarsi a Midgar una volta l'anno da quel momento in avanti: Vincent sarebbe stato lì, pronto ad ascoltare le sue storie con la sua solita aria annoiata. Ripensando a quanto suonasse ridicolo il nome Gilligan, Vincent scoppiò a ridere, e Nanaki si unì presto a lui, portando per la prima volta allegria nella capitale dimenticata dai tempi dei Cetra.

La seconda crisi[]

Nanaki ricominciò a viaggiare per il mondo, aiutando e consigliando le persone malate di geostigma dovunque andasse. Mentre si trovava a Junon, nei pressi del nuovo stabilimento balneare in costruzione nella città bassa, vide una ragazza che stava per annegare in un'area isolata: immediatamente si avvicinò per controllare, ma un ragazzo che era con lei lo vide e, scambiatolo per un mostro, gli sparò con una pistola, mancandolo per poco e colpendo il suo camion proprio dietro di lui. Per nulla intimorito, Nanaki disse al giovane, Evan Townshend, di non essere una minaccia e aiutò la ragazza, Kylie a risalire in superficie. Kylie si era trovata a contatto con una massa nera nell'acqua, correlabile alle fonti di contagio del geostigma, e anche se la ragazza non sembrava infetta, Nanaki se la caricò in spalla e la portò immediatamente in città, dove la lasciò in custodia del medico dell'area.

Qualche giorno dopo, Nanaki fu informato da Cid di una nuova crisi: la volontà persistente di Sephiroth si era nuovamente manifestata nella forma di tre giovani in nero che avevano attaccato la città di Edge. Il canide si precipitò a bordo della Shera assieme a tutti i suoi amici dell'Avalanche e, arrivato sul posto, entrò in battaglia accompagnato dal piccolo amico Cait Sith proprio mentre il potente Bahamut SIN invocato dalle ombre di Sephiroth stava devastando il centro città. Nanaki aiutò Cloud a sconfiggere la potente invocazione prolungando il lunghissimo salto del giovane assieme agli altri, assistette allo scontro tra Cloud e Sephiroth rinato, e testimoniò il ritorno del ragazzo e la scomparsa definitiva del geostigma.

500 anni dopo[]

Cinquecento anni dopo la caduta della meteora, Nanaki realizzò la visione che aveva avuto da Gilligan andando alle rovine di Midgar reclamate dalla vegetazione, e finalmente capì chi erano le presenze che sentiva al proprio fianco: erano due cuccioli della sua specie, di cui era diventato padre da qualche tempo, a cui giurò di insegnare e trasmettere tutto quello che aveva imparato nella sua lunga vita.

Continuità Remake[]

Contro il destino[]

Quando Cloud, Tifa e Barret distrussero la capsula di contenimento in cui Aerith era imprigionata nel laboratorio di Hojo, il corto circuito si estese alla capsula al piano sottostante, che conteneva Red XIII: la creatura, cogliendo l'occasione per liberarsi, uscì allo scoperto e balzò al piano di sopra attraverso le tubature e, in preda a una furia cieca, inseguì Hojo mentre prendeva l'ascensore per il suo laboratorio segreto, mancandolo per poco. Il gruppo di Cloud raggiunse Red XIII, ancora aggressivo, ma prima che la situazione potesse peggiorare, Aerith si avvicinò e gli toccò dolcemente il capo: questo non solo calmò il canide, ma gli diede conoscenze cosmiche sulla natura del pianeta che neanche il suo maestro avrebbe potuto immaginare.
Quando il gruppo si chiese cosa avesse davanti, Red XIII si mostrò lievemente offeso e sorprese tutti con la sua capacità di parlare, ma prima che la conversazione potesse continuare Cloud ebbe una crisi mentale sentendo la presenza di Jenova nel laboratorio, costringendo il gruppo a portarlo al sicuro nella vecchia camera di Aerith nella zona di contenimento.

Quando il ragazzo si riprese, Aerith cercò di spiegare al gruppo cosa stava succedendo, ma improvvisamente la ragazza fu circondata da una nube di entità sconosciute, che Red XIII descrisse come i Numen, custodi del fato, che apparentemente stavano intervenendo per correggere pesanti divergenze con il corso del destino. Barret chiese come facesse un cane a sapere certe cose, offendendolo pesantemente e facendoselo nemico da lì in avanti, ma l'attenzione di tutti fu attirata poco dopo da una comunicazione del sindaco Domino, che li informò che l'Avalanche stava prendendo d'assalto il palazzo Shinra e aveva fatto inviare un elicottero per portarli via. Red XIII decise quindi di aggregarsi al gruppo per allontanarsi il più possibile da quella che era stata la sua prigione.
Tentando di raggiungere i piani superiori, il gruppo rimase bloccato nel DRUM, il laboratorio segreto di Hojo, dove il professore sottopose Cloud, Barret e Red XIII ad alcuni test di battaglia. Red XIII tentò un'altra volta di attaccare il suo aguzzino, ma questi usò uno dei suoi assistenti robotici per bloccarlo e ritirarsi nel suo bunker, dal quale continuò a osservare lo svolgersi della situazione. Con alcune difficoltà, gli eroi riuscirono a tornare al piano più alto del DRUM, dove scoprirono con orrore che la capsula che conteneva Jenova era stata svuotata.
Seguendo la scia di sangue lasciata dalla creatura, il gruppo raggiunse l'ultimo piano del palazzo Shinra, dove Sephiroth apparve da una nube di Numen e uccise il Presidente Shinra e Barret, prima di trasformarsi in un'orrida creatura che Red XIII e Aerith riconobbero come una forma attiva di Jenova. Quando si furono disfatti dell'essere, Red XIII e gli altri videro i Numen riportare in vita Barret, e il canide spiegò che lo avevano salvato perché non era suo destino morire lì.

Il gruppo si diede alla fuga dopo l'arrivo del vicepresidente Rufus, e nonostante fossero stati intercettati sull'ascensore da un robot della Shinra, Red XIII, Barret e Aerith riuscirono a raggiungere l'uscita del palazzo, dove però furono accolti da un gruppo di soldati guidati da Heidegger del dipartimento di ordine pubblico. Cloud sopraggiunse poco dopo, sgominando i soldati a bordo della Hardy-Daytona, mentre Tifa caricò gli altri a bordo di un pickup Shinra e il gruppo fuggì sulla tangenziale di Midgar.
Durante la fuga, Barret cercò di fare amicizia con Red XIII e gli suggerì di sorridere di più, ma ci ripensò immediatamente quando la bestia gli rispose con un inquietante ghigno forzato. Al termine della fuga dalla tangenziale, il gruppo si trovò davanti Sephiroth e lo affrontò insieme ai Numen in una dimensione alternativa: i Numen cercarono di fermarli mostrando loro immagini del futuro, inclusa una visione di Red XIII più vecchio che correva lungo la landa, ma essi non compresero il senso di quelle immagini e distrussero la fonte principale dei Numen, liberando il mondo dalle catene del destino.
Risolta la crisi, il gruppo uscì da Midgar e si incamminò per la landa verso un luogo sicuro: Cloud era certo che Sephiroth fosse ancora da qualche parte, e Red XIII decise di seguirlo nella sua ricerca, dicendogli che il suo olfatto gli avrebbe fatto comodo.

Linea temporale: terrier[]

In una linea temporale alternativa, in cui lo scontro con Sephiroth era risultato nella distruzione di una vasta parte di Midgar, Red XIII fu trovato dai soldati della Shinra in mezzo alle macerie lasciate dal crollo del palazzo Shinra, insieme al resto del gruppo meno Cloud. La creatura fu caricata su un elicottero insieme ad Aerith per essere trasportata da qualche parte fuori città, ma durante il viaggio riprese brevemente conoscenza e attaccò il pilota in preda a un raptus, provocando la caduta del velivolo. Red XIII rimase apparentemente ucciso nello schianto, ma questo permise a Zack, arrivato sul posto, di trarre in salvo Aerith prima che arrivassero altri soldati.

Un cane o un uomo[]

Nella linea temporale principale, raggiunta la città di Kalm, il gruppo fu accolto nella locanda di Broden, e quella sera Red XIII ascoltò con interesse il racconto di Cloud sul suo passato in SOLDIER e sull'incidente di Nibelheim, prima di reclamare uno dei due letti della stanza degli uomini e costringere Barret a dormire sul divano. Il giorno successivo, la Shinra arrivò in cerca del gruppo, che era stato accusato dell'omicidio del Presidente Shinra, e con l'aiuto di Broden riuscirono a fuggire e proseguire nel loro viaggio. Il cammino li portò fino alla miniera di mithril, dove Red XIII e Barret si trovarono separati dal resto del gruppo dopo un incontro con i Turks, e dovettero passare sul cadavere di un enorme mostro per tornare con gli altri.
Red XIII fu utile durante l'esplorazione, grazie alle sue conoscenze apprese a Canyon Cosmo, ma gli diede molto fastidio dover fingere di essere solo il cane di Cloud e compagni per non dare nell'occhio, e ammise anche che il suo periodo nel palazzo Shinra aveva reso il suo fiuto un po' arrugginito. Qualcos'altro però lo turbava ancora di più, qualcosa che condivideva solo con Aerith. Durante una tappa a Junon bassa, Red XIII, usando la sua vera voce, parlò in segreto con l'amica e trovò conferma alle proprie paure: le conoscenze del futuro che avevano acquisito erano sparite, probabilmente per opera dei Numen.

Oltrepassata la sicurezza a Junon, approfittando del fatto che tutti i soldati della Shinra erano troppo impegnati per la parata in onore dell'insediamento di Rufus per badare ai ricercati, Red XIII e il resto del gruppo salirono a bordo del battello Shinra-8, anche se il canide dovette prendersi un'altra delusione quando il capitano Titov mise in chiaro che avrebbe dovuto stare nella stiva. Durante il viaggio effettivo, per fortuna, nessuno gli disse nulla quando iniziò a passeggiare e giocare con i bambini sul ponte, ma quando Titov organizzò un torneo del gioco di Regina rossa per gli ospiti, il poveretto non potè iscriversi perché non erano ammessi animali. Red XIII non si diede però per vinto e, infilandosi un'uniforme da soldato Shinra, si presentò in grande stile come avversario a sorpresa per Cloud: il canide dimostrò una spiccata conoscenza delle regole di Regina rossa, acquisita grazie a tutte le volte che aveva visto altri giocare, e questo gli permise di essere un ottimo sfidante per il suo amico.
Dopo un turbolento incontro con Jenova nella stiva, il vascello concluse la sua traversata a Costa del Sol, dove il gruppo passò qualche ora nel fatiscente albergo di Johnny, un amico di Tifa. Mentre Aerith faceva la doccia in camera sua, Red XIII rimase a sorvegliare la sua camera, chiacchierando con lei del più e del meno, ma ad un certo punto la ragazza uscì turbata e gli mostrò una piccola sfera, una materia a cui teneva molto, chiedendogli di che colore la vedesse: il giovane rispose che era trasparente, e Aerith rivelò che fino a qualche giorno prima era bianca. Poiché le materie traevano il loro potere dai ricordi contenuti nel flusso vitale, Red XIII suppose che i Numen avessero svuotato la materia bianca di quei ricordi come avevano fatto per Aerith stessa, come punizione per aver sfidato il corso del destino. Cercando di consolare l'amica, le propose di andare a fare un giro in spiaggia con Tifa.
Poco più tardi, mentre Red XIII si riposava all'ombra all'ingresso della spiaggia, Aerith e Tifa si presentarono a lui in costume da bagno: sorpreso e imbarazzato davanti alla loro bellezza, egli cercò di far loro i complimenti in modo elegante, ma ammise di non essere molto bravo a giudicare fisicamente gli esseri umani. Mentre i tre raggiungevano Cloud e Barret, un ospite inatteso si presentò alla spiaggia: era Hojo, seguito dal sindaco Kapono e accompagnato da tre bellissime donne. Red XIII si fece subito aggressivo alla vista dello scienziato, ma questi affermò di essere in visita per altri motivi: era infatti nel mezzo di un nuovo esperimento con i mantelli neri, misteriosi uomini legati a Sephiroth. Red XIII e il resto del gruppo furono catturati da Hojo mentre cercava di fermare i suoi mostri, ma furono salvati grazie al tempestivo intervento di Yuffie, incontrata tempo prima a Junon, che usò le sue tecniche ninja insieme a Johnny per liberarli.

Il guerriero della valle[]

Il giorno successivo, il gruppo ripartì alla ricerca di Sephiroth, seguendo i mantelli neri fino al monte Corel, dove Red XIII aiutò Aerith a sfidare la stanchezza con un po' di psicologia inversa. Durante il viaggio, passando dal reattore mako di Corel, il gruppo ebbe un incontro ravvicinato con una gigantesca creatura che Red XIII identificò come una delle Weapon, che aveva preso forma da una gigantesca materia formatasi nella struttura: la comparsa di una Weapon era certamente un pessimo presagio, in quanto si diceva apparissero solo se il pianeta fosse stato in grave pericolo.
Dopo alcune complicazioni nel deserto di Corel, il gruppo raggiunse il villaggio di Gongaga, dove fece un'altra preoccupante scoperta: i Numen si erano ripresentati, e apparentemente stavano combinando qualcosa presso il reattore locale. Il gruppo scoprì così che alcuni Numen erano caduti sotto il controllo di Sephiroth, che li stava usando per manovrare il corso del destino, e che le Weapon si erano risvegliate per contrastarli. Red XIII e gli altri si accorsero anche che Cloud stava iniziando a comportarsi in modo molto strano, come se qualcosa lo stesse controllando, e dopo che il ragazzo cercò di attaccare Tifa si promisero tutti di tenerlo più d'occhio in caso avesse un'altra crisi.

Red XIII non si sentiva ancora a proprio agio a usare la sua vera voce con chiunque non fosse Aerith, ma le cose cambiarono quando il gruppo ottenne un passaggio fino alla regione di Cosmo, il luogo in cui era nato. Quando arrivarono al villaggio di Canyon Cosmo sotto la sua guida, il canide abbandonò ogni pretesa di sembrare serio, e corse incontro ai suoi vecchi amici scodinzolando e prendendosi tutte le coccole di cui aveva sentito la mancanza. Questo improvviso cambiamento sorprese Barret più di qualunque cosa avesse visto fino a quel momento, e anche Cloud si sentì in dovere di fargli i complimenti per aver recitato la parte del vecchio saggio per tutto quel tempo.
Red XIII disse ai suoi compagni di viaggio che le loro strade si sarebbero divise lì, che voleva tornare con la sua famiglia e prendere il suo posto come protettore della valle, ma prima li avrebbe portati a conoscere Bugenhagen, che sicuramente avrebbe potuto dare loro qualche risposta sugli avvenimenti recenti. L'incontro con il saggio fu un po' burrascoso, in quanto egli stentava a credere a quello che il gruppo gli diceva di aver visto, ma la preoccupazione di Bugenhagen si spostò presto sul fatto che Red XIII era ancora troppo impaziente per prendere il suo posto come guerriero, e che nutriva ancora rancore per il padre Seto.

Quella sera, il gruppo partecipò insieme alla comunità di Canyon Cosmo all'annuale rito dell'accompagnamento, e Red XIII raccontò ai suoi amici della lotta tra il suo popolo e i Gui. Bugenhagen propose quindi al canide di sottoporsi a una prova per vedere se era davvero pronto, ovvero esplorare insieme a lui e a un altro testimone la caverna proibita dove i Gui erano stati sigillati. Cloud si offrì di accompagnare l'amico, ma Bugenhagen rifiutò, perché Red XIII faceva troppo affidamento sul giovane, e decise invece che fosse Barret a unirsi a loro.
Red XIII non era per nulla contento di fare ancora squadra con Barret, ma come già nella miniera di mithril i due collaborarono molto assiduamente per raggiungere il fondo della caverna. Mentre si addentravano sempre più in profondità, antiche verità tenute nascoste cominciavano ad affiorare, e i Gui apparivano sempre meno come dei mostri, ma la verità più grande attendeva Red XIII nel più profondo della caverna, dove il rancore incarnato del loro leader Gui Nattak lo attendeva per la prova finale.
Red XIII e Barret sconfissero lo spettro, ricacciandolo nelle ombre da cui era venuto, e Bugenhagen potè finalmente mostrare al suo pupillo ciò per cui erano davvero venuti laggiù: il corpo di Seto, pietrificato a causa delle frecce avvelenate dei Gui, era in piedi in cima a una rupe, a vegliare silenziosamente sulla valle da quarant'anni. Il saggio spiegò al giovane perché suo padre era rimasto indietro: Seto aveva mediato a lungo con i Gui, e si era sacrificato per tenerli imprigionati nella caverna quando essi, spazientiti, lo avevano attaccato. Bugenhagen aveva promesso di non dirgli nulla, per evitare che cercasse vendetta, perché lui era ciò che di più prezioso Seto e la sua compagna volevano proteggere.

Red XIII si sentì mortificato per aver pensato male del proprio padre per tutti quegli anni, e si sentì ancor più risoluto a restare nella valle per proteggerla come aveva fatto lui. Bugenhagen però gli disse che la sua prova non era ancora superata, che avrebbe dovuto viaggiare ancora per scoprire nuove verità sul mondo, verità che la mente del saggio non aveva più la forza di concepire. Il giovane guerriero accettò la missione affidatagli dal suo maestro, e guardando suo padre piangere di gioia anche se pietrificato, disse fiero: "Io sono Nanaki, di Canyon Cosmo! Il figlio di Seto il guerriero!"

La materia nera[]

Il coraggio di Nanaki non aveva portato orgoglio solo a Seto: anche Gui Nattak, tornato alla sua forma originaria, si complimentò con il giovane e affermò di voler rinnovare la richiesta di aiuto che aveva precedentemente rivolto a Seto. Lo spirito condusse Nanaki e il resto del gruppo nel villaggio segreto del suo popolo, e rivelò di essere alla ricerca della materia nera, una materia distruttiva che avrebbe potuto finalmente portare la pace agli spiriti dei Gui, a cui da duemila anni era negato l'ingresso nel flusso vitale. Gui Nattak disse che i Cetra avevano rubato la materia nera e l'avevano nascosta in un luogo chiamato il tempio degli Antichi, e supplicò Nanaki di recuperarla perché potessero finalmente trovare la pace.
Il giorno dopo, alcuni spiriti Gui riuscirono a fuoriuscire dalla caverna proibita e iniziarono a seminare il caos nella regione di Cosmo. Quando Nanaki andò a cercarli, questi lo attaccarono, avendolo scambiato per lo spirito di suo padre Seto, ma alla fine il gruppo riuscì a calmare la loro ira, e il guerriero promise di portare loro la materia nera se loro fossero rimasti nella caverna. Questa era una bugia: Nanaki non avrebbe mai realmente dato ai Gui la possibilità di distruggere il mondo, ma si promise che avrebbe trovato un altro modo per dare loro la pace.

Nanaki e il gruppo continuarono il loro viaggio fino a scoprire dal loro alleato Cait Sith che la chiave litica per entrare nel tempio degli Antichi era conservata nel Gold Saucer: il proprietario, Dyo, era nel mezzo di una faida con Don Corneo, e promise di cedere loro la chiave se lo avessero aiutato a togliere di mezzo il malavitoso in un torneo ufficiale. Mentre il gruppo si preparava, Nanaki accompagnò Cloud al teatro del parco, dove tutto il gruppo prese parte alla rappresentazione VR di Loveless: Nanaki recitò nel ruolo di Garm, il fedele scagnozzo del re dragone Varvados, e combattè contro Cloud che interpretava il protagonista Alphreid. Il giovane si prese anche un momento da solo con Cloud per ricordargli di proteggere assolutamente Aerith: anche se aveva perso la capacità di vedere il futuro per colpa dei Numen, sentiva che la loro amica era in pericolo. Per dimostrare la fiducia completa che riponeva nell'amico, gli permise di toccare i cuscinetti sotto la sua zampa.
Il giorno dopo, il gruppo combattè contro Corneo e i suoi mostri, ma la chiave litica fu poi rubata dalla Shinra grazie al tradimento di Cait Sith: Nanaki fu molto deluso da questo sviluppo, e non fece a brandelli il gatto solo perché non meritava nemmeno quello. Grazie all'aiuto di Vincent e al Tiny Bronco di Cid, il gruppo riuscì comunque a seguire la Shinra fino al tempio degli Antichi, e si fece strada fra i numerosi soldati e trabocchetti all'interno fino a raggiungere la zona più interna. Più il gruppo si addentrava, più Cloud diventava violento e ossessionato dall'ottenere la materia, come era successo a Gongaga, mettendo gli altri in guardia.

In una grande sala simile a un orologio, il tempio sottopose il gruppo a una prova che costrinse i componenti a rivivere i loro ricordi più dolorosi: Nanaki rivide il giorno in cui fu catturato dalla Shinra, portato nel laboratorio di Hojo e marchiato con il numero XIII. Superato il test e un incontro con Sephiroth, il gruppo raggiunse finalmente la materia nera, e Cloud la prese senza pensarci due volte, attivando il sistema di autodistruzione del tempio. Nanaki rimise la sfera sul piedistallo e cercò di bloccarlo insieme a Barret, ma purtroppo il sistema era irreversibile, e solo il sacrificio di Cait Sith, arrivato all'ultimo momento, permise loro di salvarsi.
Cloud riuscì comunque a recuperare la materia nera, e Sephiroth lo costrinse a consegnargliela, usando i Numen per impedire a Nananki e agli altri di aiutarlo. Quando Cloud si riprese, il gruppo percorse la foresta dormiente per raggiungere la capitale dimenticata, dove Aerith si era recata per impedire che Sephiroth usasse la materia nera: Nanaki era molto preoccupato, perché sentiva la presenza dei Numen e temeva che il destino di Aerith fosse segnato. In effetti, il gruppo non potè fare niente quando Sephiroth apparve e uccise la ragazza, e quando il SOLDIER si trasformò in un'orrenda creatura, Nanaki lo attaccò in preda all'ira insieme agli altri. Il gruppo riuscì a scacciare Sephiroth ancora una volta, ma ormai non c'era più nulla da fare: Aerith era morta.

Il giorno successivo, il gruppo si fermò a riposare ed elaborare il lutto in un grande prato fiorito: Cloud sembrava l'unico a non rendersi conto di quello che era successo, ma Nanaki riuscì per un istante a percepire la presenza di Aerith come se fosse ancora viva. Cloud disse che Sephiroth si trovava a nord, e il gruppo salì a bordo del Tiny Bronco, rimettendosi nuovamente in viaggio.

Gli spoiler finiscono qui.

Profilo[]

Aspetto fisico[]

FFVII character Red XIII
Come è facile intuire dal suo nome, Red XIII è una bestia dal pelo fulvo. Tuttavia, la sua aria feroce nasconde un’intelligenza più acuta di molti esseri umani. Le sue zanne e i suoi artigli affilati lo rendono un temibile avversario negli scontri corpo a corpo ma, a parte questo, non si sa molto sul suo conto. Red XIII potrebbe anche non essere il suo vero nome. Un vero enigma.

Red XIII è una creatura quadrupede dal pelo corto di colore rosso scuro, con fieri occhi giallo ocra, di cui il destro chiuso da una vistosa cicatrice, una sottile criniera marrone che percorre la spina dorsale fino oltre le spalle e una lunga coda terminante con una punta fiammeggiante. La sua specie non ha un nome ufficiale, ma ha caratteristiche in comune sia con i felidi che con i canidi: ha la struttura fisica generale di una pantera, ma il muso e le zampe sono più simili a quelli dei lupi.
Facendo parte di una tribù civilizzata, il suo corpo è agghindato con vari ornamenti, tra cui bracciali dorati su tutte e quattro le zampe, orecchini ad anello, perline sulla criniera ai lati del collo e due penne ornamentali bianche e azzurre proprio dietro le orecchie. Presenta inoltre due segni rossi dipinti sulle guance, che indicano il suo ruolo di guerriero, e diversi tatuaggi tribali sui fianchi, a cui si aggiunge il numero romano XIII impresso sulla spalla sinistra, da cui deriva il suo nominativo. In Final Fantasy VII Remake, porta anche un collare che gli è stato messo dal professor Hojo per consentigli l'uso della materia. Nella scena finale di Final Fantasy VII, e per estensione nella sequenza d'apertura di Advent Children, Red XIII appare più vecchio, con il pelo più lungo che va ingrigendosi, e presenta otto piume ornamentali attorno al collo anziché solo due.

In Final Fantasy VII Rebirth, Red XIII ottiene un costume alternativo quando partecipa alla rappresentazione di Loveless al Gold Saucer, che tinge la sua pelliccia di nero e la criniera di rosso, dandogli le fattezze di Garm il cane infernale. Si tratta di uno dei soli costumi basati su Loveless a poter essere usati anche durante il resto dell'avventura, anche se è necessario completare il gioco una volta per ottenerlo.

Personalità[]

Red XIII manifesta sin da subito un'indole schiva e riservata, che rende inizialmente difficile afferrare il suo carattere. Possiede un grande senso dell'onore e del coraggio, derivato dalla vergogna che prova per il proprio padre, che ha creduto per molto tempo un codardo che ha tradito la propria tribù. È educato, curioso e attento, e mostra un'iniziale avversione verso gli esseri umani a causa del periodo passato nel laboratorio di Hojo, giacché dice di non apprezzare "le cose su due gambe".
Con l'avanzare della storia, il suo atteggiamento verso gli altri si rivela essere una facciata: in realtà, pur essendo più vecchio di tutti gli altri personaggi del gruppo, Red XIII è solo un adolescente per gli standard della sua specie, ma a causa del suo difficile passato, adotta un comportamento più adulto e maturo per nascondere le proprie insicurezze e vulnerabilità, mostrandosi distaccato e molto più diffidente verso gli umani di quanto realmente non sia. La facciata tende a cadere quando si trova in situazioni di stress oppure quando parla con persone di cui si fida. In Final Fantasy VII Rebirth, il contrasto tra la facciata e la sua vera personalità è ulteriormente enfatizzato dalla sua voce, normalmente profonda e altezzosa, ma in realtà molto più acuta e giovanile. Dopo gli eventi di Canyon Cosmo, Red XIII abbandona quasi completamente questa facciata, adottando un modo di parlare meno formale e, in Rebirth, usando quasi sempre la sua vera voce. Sia nel gioco originale, sia nel remake, certi eventi secondari a cui Red XIII può partecipare hanno battute diverse per lui a seconda se si svolgono prima o dopo la visita a Canyon Cosmo, e in Rebirth anche gli altri personaggi interagiscono con lui in maniera diversa a seconda del punto della storia.

Le apparizioni di Red XIII fuori dal gioco originale esplorano maggiormente il profondo contrasto tra il suo aspetto ferino e la sua intelligenza umana: fuori da Canyon Cosmo e dalla sua ristretta cerchia di amici, la sua specie non è molto conosciuta, lui stesso preferisce inizialmente non rivelare la sua capacità di parlare quando può evitarlo, e non tutti quelli che ne sono a conoscenza lo trattano come un loro pari, anche senza cattiveria. In Final Fantasy VII: On the Way to a Smile, il dilemma si insinua profondamente nel cuore di Red XIII quando un uomo di Wutai lo definisce un "errore", e durante la storia a lui dedicata cerca di scoprire se gli convenga di più vivere nella civiltà con gli uomini o nella natura con gli animali. Questo dilemma è reso ulteriormente più complicato dalla longevità della sua specie, che gli dà la consapevolezza che quasi sicuramente vedrà morire molte persone a lui care nel corso di tantissimo tempo, e la conseguente paura di rimanere da solo si manifesta simbolicamente in "Gilligan".
Final Fantasy VII Remake e Final Fantasy VII Rebirth aggiungono elementi della caratterizzazione di Red XIII nella compilation alla sua comparsa originale, che trovano applicazione anche in termini di gameplay con la sua modalità rivalsa. In Rebirth, Red XIII esibisce maggiormente il desiderio di partecipare ad attività umane ed essere visto come un umano oltre che come un adulto, arrivando addirittura a travestirsi da soldato e camminare su due gambe pur di non essere escluso da un torneo di Regina rossa. Una gag ricorrente nel gioco è il fatto che si offenda molto quando qualcuno lo chiama cane o lo tratta come tale, eccetto quando si tratta di bambini.

Abilità[]

Red XIII è un discendente di una gloriosa stirpe di protettori del pianeta, e in quanto tale possiede caratteristiche naturali che gli consentono di affrontare anche nemici più grandi di lui. Possedendo tratti fisici in comune con i canidi e i felidi, è dotato di una grande agilità ed è un ottimo corridore, e anche se ha un occhio offeso sembra non avere alcun impedimento alla vista. Il suo senso più sviluppato è però l'olfatto, che gli permette di scovare cose e persone a grandi distanze e analizzare le persone in base al loro odore, anche se durante gli eventi di Final Fantasy VII Rebirth è rivelato che il periodo passato nel laboratorio di Hojo lo ha reso meno abile a seguire le tracce. La sua concentrazione viene meno anche quando fiuta qualcosa da mangiare.
La specie di Red XIII è molto longeva, con un'aspettativa di vita di centinaia di anni, ma sembra che richieda solo qualche decennio per diventare autosufficiente, e che invecchi più lentamente una volta raggiunta una certa età, come dimostra il fatto che abbia avuto dei cuccioli solo cinquecento anni dopo gli eventi del gioco originale. Sembra inoltre che la sua specie sia potenzialmente compatibile con gli esseri umani, considerato che Hojo voleva provare a farlo accoppiare con Aerith nel gioco originale.

Red XIII è molto intelligente, come dimostra la sua capacità di parlare fluentemente con un registro molto formale e, essendo cresciuto a Canyon Cosmo, ha una vasta conoscenza del pianeta. Se la situazione lo richiede, tuttavia, è perfettamente capace di agire come una belva feroce, facendo un uso efficace delle sue armi naturali, zanne e artigli, in combinazione con poteri spirituali che si manifestano nelle sue tecniche limite.
Il periodo passato da Red XIII nel laboratorio di Hojo non è mai stato esplorato, perciò è ignoto cosa indichi il numero XIII impresso sulla sua spalla, e tantomeno a che tipo di esperimenti sia stato soggetto. Poiché non sono mai stati visti altri esemplari della sua specie in combattimento, non è chiaro se sia in qualche modo diverso dai suoi simili.

Gameplay[]

Final Fantasy VII[]

Articolo principale: Red XIII (Final Fantasy VII gameplay)

Red XIII è incontrato per la prima volta nel laboratorio di Hojo, chiuso in una capsula di contenimento al piano 67 dello Shinra Bldg., e si unisce alla squadra poco dopo, durante lo scontro con il Sample:H0512 al piano superiore. Il più importante evento legato a lui è la visita a Cosmo Canyon, dove la sua storia è rivelata.

Red XIII non combatte usando una vera e propria arma, ma equipaggia invece degli ornamenti come spille e mollette che svolgono la medesima funzione. Le sue statistiche di base sono ben equilibrate, con particolare enfasi sulla destrezza, ma le sue armi sono focalizzate soprattutto sulla magia. Le sue tecniche limite hanno funzioni varie, che spaziano dal potenziamento personale al causare danni elevati a uno o più nemici.
L'arma finale di Red XIII è chiamata Limited Moon, può essere ottenuta parlando con Bugenhagen a Cosmo Canyon dopo l'ultima visita a Midgar verso la fine dell'avventura e causa danni proporzionali ai suoi MP attuali. La sua tecnica limite finale, Cosmo Memory, può essere invece ottenuta molto presto nell'avventura, sconfiggendo il boss opzionale Lost Number nella Shinra Mansion.

Final Fantasy VII Remake[]

FFVIIR Red XIII

Red XIII si unisce alla squadra in circostanze diverse rispetto al gioco originale: durante il capitolo 16, "Il palazzo Shinra", è sempre visibile nella gabbia al piano inferiore del laboratorio, ma non partecipa allo scontro con il prototipo H0512, ed è invece liberato poco più tardi. Durante il capitolo 17, "Fuga dal caos", è possibile interagire con lui in vari momenti, ma solo a partire dall'ingresso nel DRUM si unirà alla squadra come personaggio ospite.
Durante il capitolo 17, Red XIII cambia spesso squadra: inizialmente affianca Cloud e Barret e affronta il cerebro nella sezione 2, poi si ritrova con la squadra di Tifa e Aerith e combatte assieme a loro la seconda parte dello scontro con il sinuolamio, in seguito affianca Cloud, Tifa e Aerith nello scontro con Jenova Pulse e infine combatte assieme a Barret e Aerith contro la torretta M-100. Fuori dalle battaglie, Red XIII è anche fondamentale per risolvere alcuni puzzle nel DRUM, in cui deve correre lungo delle pareti per raggiungere delle leve e aprire il passaggio al gruppo. Durante una determinata sequenza, inoltre, Red XIII è separato dal gruppo di Cloud e Barret in uno scontro con degli ignotus, e deve essere salvato dal gruppo di Tifa e Aerith prima che la sua barra PV scenda a zero.
Verso la fine del capitolo 18, Red XIII partecipa alla prima parte dello scontro contro Numen Praeco, per poi agire assieme a Barret mentre Cloud, Aerith e Tifa combattono i suoi scagnozzi.

Red XIII combatte sferrando colpi veloci sui nemici e non può essere preso di mira o sconfitto in alcun modo. Contrariamente al gioco originale, la sua arma è ora il collare che porta al collo, ed è equipaggiato con due materie magiche che gli consentono di usare Bio per attaccare i nemici ed Energia per curare un alleato con meno del 25% dei propri PV. Ha inoltre a disposizione due abilità: la prima è Zanna rotante, che causa danni fisici a un nemico e può colpire anche a mezz'aria; la seconda è Raggio stellare, che colpisce ripetutamente in un'area causando danni ad alto fattore stremante. Durante lo scontro con Numen Praeco, Barret e Red XIII useranno rispettivamente Scarica deflagrante e Raggio stellare per togliere un gran quantitativo di PV al boss ogni volta che uno dei suoi scagnozzi sarà sconfitto.

Final Fantasy VII Rebirth[]

Articolo principale: Red XIII (VII Rebirth gameplay)

Red XIII è questa volta liberamente controllabile dal giocatore, ed è automaticamente parte della squadra dal momento dell'ingresso nella prateria. Come per il resto dei personaggi del gruppo, Cloud può interagire con lui in vari momenti dell'avventura per aumentare il suo livello di simpatia nei confronti del protagonista, che può risultare in un'uscita con lui al Gold Saucer ad un certo punto della trama. Durante alcune sezioni del gioco, il giocatore può anche controllarlo direttamente per risolvere puzzle, e la sua abilità principale è la capacità di correre lungo le pareti.

Red XIII è un combattente veloce che può sfrecciare per il campo di battaglia e colpire più nemici contemporaneamente per mezzo dei suoi artigli, e come già anticipato da Remake usa dei collari come "armi". Parando gli attacchi, ottiene una piccola finestra di tempo per sferrare un contrattacco feroce che colpisce i nemici attorno a sé. Il suo comando individuale è chiamato Dimensione rivalsa, e gli permette di aumentare enormemente la portata e i danni inflitti dai suoi attacchi e alcune abilità per un tempo limitato: la durata dell'effetto può essere aumentata tramite una barra che si riempie parando gli attacchi nemici, e mentre è attivo il comando cambia in Morso parassita, che causa danni a un nemico e recupera alcuni PV.

Comparse non giocabili[]

Nanaki compare durante il capitolo 18 di Before Crisis -Final Fantasy VII-: la storia spiega come è finito nel laboratorio di Hojo, e introduce per la prima volta un altro membro della sua specie, una femmina di nome Deneh. Nanaki è affrontato come boss al termine del capitolo.

L'unica altra comparsa di Nanaki in un gioco della compilation di Final Fantasy VII è un cameo Dirge of Cerberus -Final Fantasy VII-: pur apparendo insieme agli altri personaggi sulla copertina del gioco, appare fisicamente solo nel filmato finale, in cui è mostrato sonnecchiare accanto a Shelke sulla veranda del Settimo cielo.

Musica[]

"Red XIII's Theme" è il tema musicale dedicato a Red XIII, udito quando il personaggio si presenta al gruppo dopo lo scontro con il Prototipo H0512. Seguono la stessa melodia i brani "Cosmo Canyon" e "The Great Warrior", quest'ultimo udibile quando Red XIII vede per la prima volta suo padre Seto.

Altre comparse[]

Dissidia Final Fantasy[]

Red XIII fa un piccolo cameo come tutor per i manuali di gioco. Assieme a Yuffie, si occupa di spiegare le meccaniche del sistema Eureka.

Pictlogica Final Fantasy[]

PFF Red XIII

Red XIII appare come personaggio giocabile in questo spin-off per smartphone.

Final Fantasy Airborne Brigade[]

Red XIII è un alleato e un personaggio leggendario invocabile in questo social game.

Abilità:
  • Zanna sanguinaria
  • Potere lunare
  • Raggio stellare
  • Cosmo Memory
Abilità Leggenda:
  • Zanna sanguinaria
  • Potere lunare
  • Raggio stellare
  • Cosmo Memory

Final Fantasy All The Bravest[]

Questo guerriero canino è molto longevo, e gli piace sedersi, star fermo e riportare.

Red XIII è uno dei numerosi personaggi che è possibile scaricare dal negozio di gioco. In battaglia usa l'abilità Zanna sanguinaria.

Comparse esterne a Final Fantasy[]

Super Smash Bros. Ultimate[]

Tra i contenuti scaricabili inseriti nel gioco in concomitanza con l'inclusione di Sephiroth tra i combattenti, è presente anche uno spirito basato su Red XIII. Lo spirito, rappresentato dall'artwork ufficiale di Tetsuya Nomura, può essere affrontato e ottenuto nel tabellone degli spiriti della serie Final Fantasy: in battaglia, è impersonato dal duo Duck Hunt, e ha la caratteristica di muoversi molto velocemente e danneggiare gli avversari correndogli incontro. Lo scontro ha luogo nella Valle Gerudo, che assomiglia molto a Canyon Cosmo.
Una volta sbloccato, Red XIII è uno spirito combattente appartenente alla categoria Attacco, e aumenta la velocità di movimento se è equipaggiato.

Dietro le quinte[]

Il nome Red XIII è stato scelto da Nomura perché voleva che il personaggio avesse un nome che non sembrasse un nome. Altri membri dello staff stabilirono poi che Red XIII era solo un identificativo, mentre il suo vero nome era Nanaki, scelto perché aveva un suono nativo americano, coerentemente con l'ispirazione del personaggio. Uno screenshot promozionale rilasciato prima dell'uscita del gioco mostrava l'identificativo scitto con le cifre arabe anziché quelle romane, quindi Red 13.
In quasi tutti gli artwork ufficiali e nei filmati del gioco originale, Red XIII è sempre inquadrato di profilo o di tre quarti da sinistra, dal lato dell'occhio buono.

L'idea di creare un personaggio giocabile quadrupede venne in mente a Tetsuya Nomura durante le prime stesure del gioco. Rendere giocabile Red XIII rappresentò una delle più grandi sfide per i programmatori: i suoi movimenti erano molto particolari da realizzare, e fu necessaria molta attenzione nel programmare il suo modello sulle mappe di gioco, poiché non sempre interagiva correttamente con l'ambiente. Red XIII è tuttora l'unico personaggio quadrupede interamente giocabile di tutta la serie Final Fantasy.
Le prime stesure della trama prevedevano che Red XIII fosse un SOLDIER animale, potenziato dalla Shinra per usare la magia e parlare il linguaggio umano, e che fosse il protettore della tribù Buga, un ruolo ricoperto da suo padre Seto prima che fuggisse con disonore. Nel gioco finito, la tribù di Red XIII non ha un nome, e la capacità di parlare è una caratteristica naturale della sua specie. La natura del suo ruolo come cavia da laboratorio è l'unico elemento della sua storia a non essere stato ancora esplorato, nemmeno nel progetto Remake.
Una sottotrama scartata dal gioco originale prevedeva che, dopo la fuga di Red XIII con i protagonisti, il professor Hojo usasse il suo DNA per creare dei cloni, due dei quali avrebbero avuto la pelliccia di colore diverso e sarebbero stati chiamati Cobalt XIV e Indigo XV. Essi sarebbero stati dei boss ricorrenti, mentre gli altri cloni sarebbero stati parte di uno scontro in cui il giocatore avrebbe dovuto capire chi tra di loro fosse il vero Red XIII e non attaccarlo. A scontro finito, Red XIII avrebbe risparmiato la vita dei propri cloni, in quanto ultimi della sua specie insieme a lui.

Il fatto che Red XIII si unisse al gruppo poco prima della fuga da Midgar ha reso molto difficile integrarlo in Final Fantasy VII Remake, la cui storia si conclude proprio con la fuga da Midgar. Per evitare di inserire un personaggio completamente nuovo nel cast solo per gli ultimi due capitoli, si decise di non renderlo giocabile, ma al tempo stesso gli fu dato un maggior numero di scene per stabilire meglio il suo rapporto con gli altri personaggi, e fu introdotto il DRUM, una location che non esisteva nel gioco originale, per dargli anche un ruolo attivo nel gameplay fuori dalle battaglie.
In Final Fantasy VII Rebirth, il team di sviluppo era incerto se far cavalcare il chocobo anche a Red XIII o farlo semplicemente correre di fianco al gruppo, ma Tetsuya Nomura preferì la prima scelta. Il team apprezzò l'idea e fu molto felice della risposta positiva dei fan.

Voce[]

Oltre ad avere il minor numero di presenze tra i membri del cast originale, Red XIII ha anche avuto solamente due battute di dialogo doppiate in tutta la compilation di Final Fantasy VII: entrambe erano durante le sequenze finali di Final Fantasy VII: Advent Children, in cui la voce è stata prestata da Masachika Ichimura. A partire da Final Fantasy VII Remake, Il doppiatore giapponese ufficiale di Red XIII è Kappei Yamaguchi.

In Advent Children, la voce inglese di Red XIII era quella di Liamo O'Brien, nome molto noto nel mondo dei videogiochi, che ha successivamente doppiato anche Cain Highwind a partire dal remake 3D di Final Fantasy IV, Caius Ballad in Final Fantasy XIII-2 e Lightning Returns: Final Fantasy XIII, e Cu Chaspel in Final Fantasy Crystal Chronicles: Ring of Fates. Nel progetto Remake, il ruolo è passato invece a Max Mittelman.

Etimologia[]

Il nome Nanaki contiene la parola giapponese nana, che indica il numero 7, in una delle numerose allusioni al numero presenti nel gioco. "Nanaki" può anche essere letto come "senza nome" (名無き), ma non è chiaro se sia un significato voluto o una fortunata coincidenza.

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