- Sapevo che eri per metà esper, e sapevo che su di te stavano conducendo orribili esperimenti... Eppure non ho fatto nulla. Credo di non essere migliore di Kefka.
—Leo a Terra
Leo Cristophe è un personaggio temporaneamente giocabile di Final Fantasy VI.
Personaggio chiave della storia, è uno dei pochi uomini affidabili e onesti dell'Impero di Gestahl. È un uomo integerrimo e dal forte senso morale, che combatte per ciò in cui crede e ha cuore la vita dei suoi uomini: benché sia un eccellente spadaccino, preferisce le soluzioni diplomatiche alle stragi, in perfetta contrapposizione al perfido e viscido Kefka Palazzo, che per contro non può sopportare il carattere prudente di Leo.
Leo è considerato uno dei personaggi più memorabili di Final Fantasy VI, specialmente dai fan occidentali, per il suo carattere onorevole, per il suo difficile rapporto con i protagonisti del gioco, e anche per la sua fine tragica. Diverso tempo dopo la sua comparsa originale, ha fatto qualche comparsa in titoli spin-off minori.
Profilo[]
Aspetto fisico[]
Leo è un uomo alto e robusto, dal portamento fiero e dall'animo nobile. Ha la pelle scura, uno sguardo fiero, biondi capelli a spazzola tagliati corti e una parlata chiara e decisa. Anche le sue labbra sembrano essere gialle. Indossa una pesante corazza di colore verde brillante, pantaloni verdi e stivali da nobile marroni; un tessuto verde, giallo e arancione parte dai fianchi fin poco sotto le ginocchia; guanti arancioni e una sciabola al fianco completano il vestiario.
Personalità[]
La sua fedeltà all'impero è seconda solo alla sua onestà: al contrario di Kefka, Leo è infatti un uomo giusto e quasi senza macchia. Nonostante esegua sempre gli ordini, Leo è più propenso a chiedersi il perchè di quello che fa, anche se spesso si rivela molto ingenuo. Da diverso tempo lo tormenta il fatto di aver assistito senza dire una parola all'addestramento di Terra, per diventare una soldatessa magitek: vedendo questa povera bambina costretta a portare un inibitore mentale per eseguire gli ordini, Leo iniziò a porsi qualche domanda sull'impero che da sempre aveva seguito. Proprio questa sua ingenuità causerà quella serie di eventi che porteranno infine alla sua eroica morte. Nonostante tutti i suoi difetti, la sua sincerità e la sua prodezza in combattimento hanno lasciato il segno sui fans.
Storia[]
Generale e istruttore[]
Leo nacque nella capitale dell'Impero di Gestahl, Vector. Fu cresciuto nell'ambiente militare, e si rivelò tanto dotato da scalare i ranghi con facilità. Non passò troppo tempo che il giovane diventò generale. Nella sua carriera, egli si guadagnò fama e rispetto, oltre che numerose medaglie d'onore, e divenne un modello per tutti i soldati dell'impero, che lo apprezzavano per il suo coraggio e soprattutto per il fatto che non fosse un pazzo psicotico come Kefka. Nella sua carriera militare, egli combattè numerose battaglie usando solamente la sua forza: al contrario della maggior parte dei soldati dell'impero, infatti, Leo rifiutò l'infusione di vapori magitek, e nonostante tutto si rivelò perfettamente in grado di rivaleggiare con i maghi che componevano il 90% dell'esercito.
Un momento in particolare segnò per sempre la vita di Leo. Un giorno gli fu affidato dall'imperatore in persona un compito molto importante: addestrare una "bambina prodigio" di nome Terra Branford. La bambina era l'unico ibrido esistente tra umano ed esper, ed era perciò in grado di usare la magia dalla nascita, ma necessitava di avere anche un addestramento militare. Per contenere il suo potere, Terra aveva in testa una corona speciale che inibiva qualunque funzione volontaria, costringendola ad eseguire qualunque ordine senza discutere. Il luogo dove Leo doveva addestrare la piccola erano le miniere di Narshe: con il passare del tempo, il generale cominciò ad affezionarsi a questa bambina così candida e pure così inespressiva. Egli non sopportava di vederla in quello stato, così, contando anche sul fatto che non ci fosse nessuno, rimuoveva periodicamente la corona dalla testa della ragazza, nonostante questo le causasse forti emicranie, e la lasciava a giocare con i moguri. Quando doveva rimetterle la corona e riportarla a casa, una lacrima gli scendeva dagli occhi. La ragazza cresceva così, con la memoria di un bambino, e ogni giorno che passava, Leo si disperava sempre di più, per non aver avuto il coraggio di opporsi allo scempio che l'impero stava facendo di quella tenera bambina.
L'ingenuità di un uomo onesto[]
- Vieni da Maranda, vero? Vuoi che vada là io di persona a comunicare alla tua famiglia la notizia della tua morte? Cosa dovrei dire loro quando restituirò la tua spada? Come li guarderò negli occhi? Prima di essere un soldato, sei un essere umano. Non avere tanta fretta di correre all'altro mondo. L'Imperatore Gestahl non vorrebbe che la tua vita vada sprecata.
—Leo ad un soldato troppo ansioso di attaccare Doma
Durante gli eventi del gioco, Leo fu mandato a supervisionare l'imminente assedio al castello di Doma, in cui si sarebbe consumata, di lì a pochi giorni, una delle più terribili disgrazie di quel tempo. Assieme al generale era stato mandato anche Kefka che, per quanto Leo odiasse ammetterlo, era un capacissimo stratega. Le truppe imperiali si stabilirono in un accampamento a poca distanza dal castello, attendendo il momento giusto per attaccare: Doma era una roccaforte quasi inespugnabile, anche se l'esercito magitek era abbastanza forte da poter sfondare almeno il primo strato di mura e causare numerose perdite. Da un paio di giorni l'impero era stanziato lì, e Kefka stava iniziando a spazientirsi; Leo, dal canto suo, cercò di mandare avanti una serie di trattative con il re di Doma, per assicurare una resa pacifica piuttosto che una battaglia: il suo cuore non gli avrebbe mai dato il coraggio di portare la notizia della morte di un solo soldato alla sua famiglia.
In quel periodo, la fama di Leo era anche sulla bocca dei membri della Resistenza: ritrovatosi nei pressi di Doma, uno dei suoi membri acquisiti, Sabin René Figaro, accompagnato da un mercenario di nome Shadow, si ritrovò in un istante tra due fuochi. Quando Sabin notò Leo, riconobbe che era diverso dagli altri soldati da lui incontrati, e rimarcò che gli sarebbe quasi dispiaciuto affrontare in combattimento proprio lui. In quel momento, per cause non ben definite, Leo fu richiamato a Vector. Il generale, seppur riluttante, dovette accondiscendere, ma nel lasciare l'accampamento commise un terribile errore: nella sua ingenuità, pur lasciando il comando ad un altro ufficiale, ordinò a Kefka di seguire il piano senza commettere pazzie, ma il clown aveva ben altri progetti in mente. Approfittando dell'assenza del buon generale, Kefka usò un potente veleno per contaminare le scorte d'acqua del castello e causare così un massacro all'interno della fortezza, compresi i soldati di Leo prigionieri, senza che il suo esercito dovesse nemmeno muoversi. A nulla valse l'eroismo dell'ultimo superstite di Doma, un samurai di nome Cyan Garamonde, che dovette farsi aiutare da Shadow e Sabin per farsi strada nell'accampamento e fuggirne, unendosi in seguito alla Resistenza.
Leo non ricevette la notizia della conquista di Doma così come avrebbe dovuto essere raccontata, ma nel cuore sentì che ancora una volta si era comportato da codardo. In seguito, l'imperatore e Leo vennero a conoscenza della malvagia azione di Kefka: durante un pranzo organizzato per trattare la pace con la Resistenza, Gestahl decise di fermare le guerre del suo impero, mentre Leo chiese pubblicamente scusa a Cyan, che dal canto suo perdonò il generale, ammettendo che non era colpa sua, ma di Kefka.
Che cos'è l'amore[]
Diverso tempo dopo gli eventi di Doma, Leo assistette inerme all'assedio di Vector da parte di una furiosa orda di esper. Quando l'imperatore condannò Kefka all'ergastolo, tirò un sospiro di sollievo e fu tra i primi a festeggiare la fine della guerra; il giorno dopo, i membri della resistenza furono inviati a negoziare la pace con gli esper, e Leo fu incaricato di garantire per l'impero presso di loro.
Durante il viaggio, Leo potè rincontrare Terra e parlare con lei. La bambina che aveva visto giocare con i moguri nelle miniere di Narshe era ora una bellissima ragazza, che stava pian piano ritornando a vivere, e questo non potè non far sentire il generale ancora più in colpa, ma al contempo lo faceva sentire sollevato. Terra aveva ancora delle domande che non avevano risposta e temeva, per la sua natura, di non poter trovare il vero significato delle emozioni umane, nè di poterle provare lei stessa. Leo le raccontò la triste storia del suo addestramento, e le disse che non si sentiva in alcun modo migliore di Kefka, solo per non aver impedito che ciò a cui aveva assistito succedesse.
Una morte da ricordare[]
- Kefka! Non posso più accettare le tue atrocità!
—Leo
Il gruppo di Terra riuscì a trovare la terra degli esper e a convincere il loro capo, Yura, a uscire allo scoperto: il trattato di pace sarebbe stato firmato a Thamasa. Quando però gli esper giunsero alla città dei maghi, le vere intenzioni dell'impero si manifestarono, e fu anche Leo a subirne le conseguenze: Gestahl infatti, cogliendo al volo l'occasione di impossessarsi di tutti gli esper in un colpo solo, aveva liberato Kefka e lo aveva mandato ad ucciderli. Kefka lanciò un'imboscata, tramortendo i presenti a colpi di artiglieria, dopodichè uccise gli esper uno ad uno e prese le loro magliti. Leo, però, decise che questa volta non sarebbe stato un codardo, si risollevò dal fango e attaccò Kefka. Apparentemente sconfitto, Kefka scomparve, e Leo si trovò davanti Gestahl, che lo assicurava che era tutto finito. In effetti era finita per davvero... almeno per lui.
Ancora una volta, Leo aveva valutato male la situazione, e commise un errore che gli sarebbe costato la vita. Quello che doveva essere l'imperatore era in realtà un'illusione di Kefka, che approfittò della distrazione di Leo per pugnalarlo al ventre. Dopo averlo assicurato che avrebbe raccontato della morte di un traditore, Kefka infilzò più volte il generale, uccidendolo.
Terra e i suoi compagni, dopo essere rinvenuti, trovarono il cadavere straziato del generale e lo seppellirono vicino a Thamasa.
Gameplay[]
Leo è incontrato numerose volte nel corso della trama, ma il giocatore ottiene la possibilità di controllarlo in battaglia solo durante l'attacco imperiale a Thamasa. Il suo livello è determinato da quello della squadra e il suo posizionamento sul campo sarà basato su quello che aveva Banon prima di uscire dalla squadra: i due personaggi condividono lo stesso slot nei dati. È equipaggiato con una Cristalda, uno Scudo Egida, un Elmo d'oro e un'Armatura d'oro, oltre agli accessori Guanto di Giga e Testo del maestro.
Leo è classificato come generale, dispone di statistiche globali equilibrate ma superiori a quelle dei personaggi giocabili, non conosce né può imparare magie e, come tutti i personaggi ospiti, non può equipaggiare magiliti.
Statistiche[]
Sprite |
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Ritratti |
PV - 50
PM - 10
Forza - 52
Velocità - 38
Resistenza - 41
Magia - 36
Attacco - 60
Difesa - 63
Destrezza - 22
Difesa magica - 41
Destrezza magica - 21
Abilità[]
Leo dispone di un comando unico chiamato Shock, con cui può infliggere danni non elementali impossibili da bloccare a tutti i nemici, con potenza base 128. Questa tecnica può essere usata dal giocatore attraverso l'abilità Furore di Gau, nello specifico quella associata al nemico Yojimbo.
Grazie al Testo del maestro da lui equipaggiato, Leo attacca quattro volte a turno selezionando il comando Attacca.
Altre comparse[]
Dissidia Final Fantasy Opera Omnia[]
- Articolo principale: Leo Cristphe (Opera Omnia)
Leo appare in questo gioco come personaggio giocabile. Incontrato nel capitolo 8 del secondo atto, Leo è stato richiamato dalla morte da Spiritus, che lo informa di tutto ciò che è successo nel suo mondo d'origine da quando è morto e lo incarica di tenere sotto controllo i più scontrosi dei suoi guerrieri. Leo è tuttavia affranto alla notizia della perdita della sua casa, e mentre cerca di elaborare tutto incontra Gilgamesh, che agisce come voce neutrale per aiutarlo a decidere cosa fare. Alla fine, decide di unirsi al gruppo per continuare a combattere per una giusta causa anche se il suo paese è perduto.
Leo funge sia da unità d'attacco che di supporto. La sua prima abilità, Concentrated Strike, infligge un depotenziamento speciale che rende il bersaglio debole a tutti gli attacchi a bersaglio singolo, indipendentemente dal tipo o dall'elemento, rigenerando nel contempo HP e audacia della squadra. La sua seconda abilità, Master Blade, colpisce quattro volte danneggiando l'audacia e gli HP, rigenera significativamente l'audacia della squadra e ritarderà il turno del bersaglio per due turni se questo è affetto dal depotenziamento speciale. La sua abilità EX, Shock, colpisce tutti i nemici spartendo il danno tra di essi, ma se è presente un solo nemico diventa Shock + e causa danni extra.
Pictlogica Final Fantasy[]
Leo appare come personaggio giocabile in questo spin-off per smartphone.
Final Fantasy Brave Exvius[]
Leo appare come leggenda invocabile in questo gioco per smartphone.
Curiosità[]
- Leo è uno dei personaggi che hanno fatto da ispirazione per la creazione di Beatrix in Final Fantasy IX: anche lei è un personaggio dal cuore nobile cui però antepone i suoi ordini, che non impedisce stragi epocali per la sua negligenza e che si accorge troppo tardi delle vere intenzioni del suo sovrano. Il rango militare di Leo è chiamato "shogun" in giapponese, ed è lo stesso con cui Beatrix è conosciuta. Inoltre, Beatrix ha accesso a Shock tra le sue abilità.
- Leo è stato il primo personaggio la cui morte ha dato vita a numerose leggende su una sua possibile resurrezione. Benché siano presenti nei dati di gioco alcuni dialoghi per lui in momenti della storia successivi alla sua morte, non esiste alcun modo di riportare in vita il personaggio senza manomettere i codici di gioco.
- Nelle versioni Dawn of Souls e 20th Anniversary di Final Fantasy, Leo è uno dei nomi automatici per la classe del guerriero.
- Leo è il primo personaggio di colore apparso nella saga. Altri personaggi giocabili dalla pelle scura nei giochi successivi saranno Barret Wallace, Kiros Seagul e Sazh Katzroy.