
Josef è uno dei personaggi temporaneamente giocabili di Final Fantasy II.
Josef è un uomo che, dopo una vita al servizio di un sovrano ingiusto, ha deciso di cambiare vita e trasferirsi nella città mineraria di Salamand. Sebbene fosse inizialmente deciso a non intervenire direttamente nel conflitto, ha comunque messo le sue conoscenze al servizio della ribellione della Rosa selvatica, e nel momento del bisogno ha aiutato attivamente i ribelli.
Profilo[]
Aspetto fisico[]
Josef è un uomo che dimostra perfettamente il suo passato militare: è alto e robusto, ha la pelle olivastra, è calvo e porta due enormi baffoni che accentuano la sua espressione fiera. Non si sa con certezza cosa indossi, a parte un paio di stivali da neve, in quanto è quasi interamente coperto da un ampio mantello verde simile a un poncho, con un colletto corazzato decorato con spuntoni rossi. Al colletto è appeso un fodero contenente una lunga sciabola, che però non usa mai in combattimento: perferisce invece attaccare a mani nude, sullo stile della classe del monaco.
Personalità[]
Josef appare inizialmente come un uomo freddo e distaccato: nonostante le informazioni su di lui affermino che si tratta di una spia della ribellione, egli si mostra addirittura diffidente nei confronti dei protagonisti, anche se tra di loro è presente un membro influente del gruppo come Minwu. In realtà, Josef è un uomo gentile e altruista, con un profondo attaccamento alla famiglia, in modo particolare verso sua figlia Nelly, che si pone sempre al primo posto tra le sue preoccupazioni. Con l'avanzare della storia, Josef dimostra una sincera generosità nel voler mettere la propria vita a repentaglio per gli altri.
Storia[]
Josef era un forte abitante della città di Salamand, con una spettacolare abilità nel combattimento a mani nude. Un tempo era un soldato dell'esercito dell'impero di Palamesia, ma aveva lasciato l'armata per cambiare vita: da anni viveva in una grande casa nella parte nord di Salamand, assieme a sua moglie e a sua figlia Nelly. Dopo aver lasciato l'impero, Josef aveva stretto ottimi rapporti di amicizia con la principessa Hilda di Fynn, ed era diventato un importante alleato del gruppo della Rosa selvatica quando l'impero aveva iniziato i suoi piani di espansione.
Le miniere di mithril[]
Durante l'invasione di Fynn, l'esercito imperiale riuscì a sopraffare i soldati del re di Fynn grazie ad armi fatte di mithril, un metallo leggero ma quasi indistruttibile estratto nelle aree vicino a Salamand. La principessa Hilda incaricò Josef di scoprire dove l'impero estraesse il mithril e dirottarne il trasporto per la ribellione, ma non passò molto tempo che i contatti con lui andarono persi. Preoccupata, la principessa inviò lo stregone bianco Minwu, assieme a Firion, Maria e Guy, a scoprire cosa fosse successo.
Quando il gruppo arrivò nella città innevata, Josef non sembrava per nulla contento di vederli, e disse loro che li avrebbe aiutati a una sola condizione: avrebbero dovuto liberare gli abitanti di Salamand usati dall'impero come braccianti nelle miniere. I ribelli raggiunsero le miniere oltre le cascate di Semitt, dove trovarono i braccianti assieme al ladro Paul e alla figlia di Josef, Nelly: scoprirono quindi che il generale imperiale Borghen aveva rapito la bambina per impedire a Josef di aiutare i ribelli, e per questo lui sembrava così distaccato.
Josef fu al settimo cielo nel vedere la sua bambina sana e salva e, per sdebitarsi, rivelò che l'esistenza di un passaggio secondario sotto le cascate che conduceva a un secondo filone di mithril. Il gruppo sfruttò queste informazioni per liberare definitivamente le miniere dal controllo imperiale e rifornire la ribellione del prezioso metallo.
Una morte eroica[]
Firion e i suoi compagni incontrarono di nuovo Josef qualche tempo dopo: avevano bisogno del suo aiuto per raggiungere la grotta delle nevi, dove era custodita la campana sacra. Josef li guidò dunque verso una zona segreta delle cascate di Semitt, dove si trovava il suo speciale neviscafo, e grazie ad esso il gruppo riuscì ad oltrepassare le immense piane innevate che lo separavano dalla grotta delle nevi.
All'interno, Josef aiutò i ribelli a farsi strada attraverso i corridoi pieni di mostri, contando sulle sue capacità nel combattimento a mani nude, e alla fine il quartetto raggiunse la campana sacra, sorvegliata da un feroce Adamanthart. Dopo una dura battaglia, il gruppo riuscì a sconfiggere l'enorme bestia e reclamare la campana, ma era ancora troppo presto per cantare vittoria.
Tornati all'entrata della grotta, i quattro si trovarono davanti il generale Borghen, ancora infuriato per aver perso le miniere di mithril e la fiducia dell'Imperatore. Il viscido generale li attaccò, ma fu facilmente sconfitto. Mentre stava per morire, tuttavia, Borghen fece scattare una trappola per portare i suoi uccisori all'inferno con lui, rilasciando un gigantesco masso che iniziò a rotolare a gran velocità verso il gruppo. Vedendosi senza altre possibilità, Josef usò la sua enorme forza per rallentare la roccia abbastanza da permettere a Firion, Maria e Guy di fuggire, nonostante i tre lo supplicassero di non rimanere lì. Josef si limitò a chiedere loro di prendersi cura di Nelly, prima che il masso lo schiacciasse sotto il suo peso.
Rinascita[]
Risvegliatosi nell'aldilà, Josef si ritrovò in una strana caverna dalle pareti traboccanti di cristalli, e presto incontrò nuovamente Borghen, diventato uno zombie. Il generale imperiale aveva intenzione di continuare a perseguitarlo anche dopo la morte, ma il suo piano fu sventato dall'arrivo delle anime di Minwu e del principe Scott, che aiutarono Josef a sconfiggerlo definitivamente.
Esplorando i meandri della caverna e alleandosi con il dragone Ricard Highwind, il gruppo si chiese se si trovassero nel varco di giada, il passaggio per gli inferi. Parlando con i suoi nuovi alleati, Josef apprese che l'Imperatore Mateus era stato ucciso dal gruppo di Firion, ma era risorto dalla morte ed era diventato il sovrano degli inferi.
Dopo aver sostato in una città chiamata Machanon, costruita dalle anime di coloro che erano morti per mano dell'impero, Josef e i suoi alleati usarono un portale per raggiungere un'immensa fortezza dalle pareti di cristallo: il gruppo immaginò che, se il passaggio da cui erano arrivati era il varco di giada, ora dovessero trovarsi nel Pandæmonium, il palazzo degli inferi, e probabilmente avrebbero incontrato l'Imperatore in persona sulla cima del palazzo.
Con loro grande sorpresa, però, i quattro trovarono un bellissimo angelo con un'espressione di profonda tristezza in volto: questi rivelò di essere la parte buona dell'Imperatore Mateus, che cercava di ripagare le atrocità commesse dalla sua parte malvagia, ormai sconfitta. Mateus confidò al gruppo che il passaggio dove si erano ritrovati alla loro morte non era il varco di giada, ma Raquia, la terra degli angeli caduti, e la fortezza in cui si trovavano era in realtà Arubboth, capitale dei cieli. Il sovrano, mostrandosi pieno di rammarico, implorò Josef e i suoi alleati di concedergli il perdono, promettendo loro la vita eterna in cambio.
Improvvisamente, davanti ai quattro apparvero immagini dei loro cari ancora vivi, che pregavano per le loro anime, e grazie a loro scoprirono che in realtà la parte malvagia dell'Imperatore era ancora in vita, e stava combattendo contro il gruppo di Firion sulla cima di Pandæmonium. Capendo che Mateus aveva mentito, Josef, Minwu, Scott e Ricard rifiutarono la sua offerta e lo affrontarono, riuscendo infine a sconfiggerlo in un epico scontro. Le due metà dell'Imperatore caddero contemporaneamente, il mondo dei vivi e quello dei morti tornarono separati, e finalmente le anime di Josef e di tutti i caduti poterono riposare in pace.
Gameplay[]

Quando entra in squadra, Josef è equipaggiato con un berretto pelle, una giubba di pelle e guanti di pelle, e un buon livello di esperienza nel combattimento a mani nude gli permette di non aver bisogno di armi (sarebbero addirittura controproducenti). Le sue statistiche sono incentrate sull'attacco fisico e sulla velocità, la sua crescita di PV e Forza è molto rapida, ed è in sostanzialmente un perfetto attaccante fisico. Durante il capitolo Rinascita, tuttavia, risulta essere il membro meno utile del gruppo, anche se lo si può rendere un'efficiente unità di supporto insegnandogli magie come Egida e Bozzolo, che non sono influenzate dal suo basso valore di Spirito.
Sebbene Josef combatta a mani nude, le edizioni per PSP e smartphone del gioco gli danno comunque un'arma finale, le Unghie di drago. I termini chiave necessari a ottenerla sono quasi tutti ottenibili prima del suo ingresso in squadra, ma sarà necessario un po' di allenamento per rendere l'arma efficiente, essendo classificata come un pugnale. Josef è inoltre l'unico personaggio ad avere un'armatura unica, accessibile nel capitolo Rinascita, ovvero le Cubitiere, bracciali ottenuti sconfiggendo il boss anima infernale, che raddoppiano la Forza, l'Agilità e la Precisione dell'utilizzatore.
Statistiche[]
Sprite |
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Ritratti |
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PV - 235
PM - 5
Forza - 24
Spirito - 10
Intelligenza - 10
Resistenza - 24
Agilità - 24
Magia - 10
Parole chiave[]
Fortunato | Promettente | Ottimo | Propizio | Superbo |
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Rosa selvatica Aeronave Corazzata |
Stregone Specchio |
Falda Caverna Candelabro Fuoco solare |
Tracce Vento |
Mithril |
Altre comparse[]
Pictlogica Final Fantasy[]

Josef appare come personaggio giocabile in questo spin-off per smartphone.
Final Fantasy Airborne Brigade[]
Josef è un alleato e un personaggio leggendario invocabile in questo social game.
Abilità:
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Abilità Leggenda:
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Curiosità[]
- Josef è citato in Final Fantasy IX, in una storia raccontata da Lamù, anche se il suo nome è ritradotto in Joseph.
- Josef è, a conti fatti, il primo personaggio giocabile a morire in tutta la saga di Final Fantasy.
- Josef non compare in alcun modo nell'edizione romanzo di Final Fantasy II.