Final Fantasy Wiki
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Pur essendo una principiante, la sua abilità nel combattimento corpo a corpo e nell'uso delle armi da fuoco​ è pari a quella di qualsiasi altro agente Turks della divisione investigativa della Shinra.
Lei e il suo compagno Rude sono stati incaricati di inseguire le figure vestite di nero,​ un compito che la riempie di entusiasmo, soprattutto se ciò significa essere assegnata a una missione con Tseng.

Elena è un personaggio ricorrente nella serie di Final Fantasy VII.

Nuovo acquisto dei Turks, l'agenzia investigativa della compagnia elettrica Shinra, è molto giovane e piuttosto goffa e imbranata, ma compensa questo difetto con entusiasmo e straordinarie capacità combattive. Si contrappone facilmente ai suoi superiori Reno e Rude per la serietà e dedizione con cui si applica al suo lavoro, e nutre grande ammirazione per il suo capo Tseng.

Elena svolge il ruolo di antagonista secondaria nell'originale Final Fantasy VII e in Final Fantasy VII Rebirth, e ha avuto solamente altre due apparizioni nella serie: la prima è in Final Fantasy VII: Advent Children, in cui il suo ruolo era limitato a brevi linee di dialogo e pochi fotogrammi, ma è stato successivamente ampliato nell'edizione Complete del film; la seconda è in Before Crisis -Final Fantasy VII-, dove appare come personaggio secondario nelle ultime fasi della storia. In questo secondo titolo, è rivelato che è la sorella di un altro membro dei Turks, di nome Emma.

Storia[]

Orphan (crisi)Pericolo Spoiler: Seguono dettagli su trama e/o finale. (Salta sezione)

Sempre al secondo posto[]

Elena nacque a Midgar in una famiglia militare, seconda di due sorelle. Suo padre era un soldato decorato che lavorava come istruttore presso l'accademia militare della Shinra, e fece in modo che entrambe le sue figlie ricevessero il migliore addestramento presso l'istituto. Elena e sua sorella Emma avevano entrambe i requisiti per entrare nei Turks: Elena aveva un talento naturale per il combattimento, ma aveva il difetto di essere tremendamente goffa e sbadata, mentre Emma aveva dovuto allenarsi di più, ma compensava con una maggiore precisione e professionalità. Questo portò Elena a risentire profondamente sua sorella, e quando Emma entrò nei Turks, la ragazza rifiutò di prendere in considerazione la possibilità di unirsi all'agenzia finché lei ne faceva parte.
Sebbene inizialmente avesse frequentato il corso di specializzazione in armi da fuoco come Emma, Elena preferì dedicarsi alle arti marziali per allontanarsi ulteriormente da lei: era considerata un prodigio nel suo campo, e riuscì a ottenere ben cinque "emblemi d'élite", riservati solo agli studenti con i voti più alti. Essere costantemente paragonata a sua sorella spinse Elena a lasciare l'accademia. Prese un piccolo appartamento nei bassifondi di Midgar, e iniziò a lavorare part-time in un bar del mercato murato. Il posto era frequentato dai Turks, e nonostante il brutto rapporto con Emma e con la Shinra, la ragazza era considerata la sorellina di tutti.

Ispirazione[]

Un giorno, mentre usciva dal bar per tornare a casa, Elena vide un gruppo di uomini combattere contro dei soldati della Shinra: si trattava dei Raven, truppe d'élite dell'Avalanche, il gruppo ecoterroristico che minacciava la sicurezza di Midgar e del mondo in quel periodo. Quando vide le guardie tornare e sospettò che in realtà i Raven avessero rubato le loro uniformi, la ragazza pensò inizialmente di avvertire i Turks, ma decise poi di agire per conto proprio, e provò a pedinarli da sola finché non li perse di vista e decise di tornare nel suo appartamento, dove segretamente continuava ad allenarsi.
Poco dopo, Elena fu raggiunta da alcuni Turks, che erano inseguiti dalle truppe della Shinra che avevano precedentemente tradito e avevano bisogno di un nascondiglio per organizzarsi. La ragazza decise di mettere da parte il suo risentimento per Emma, e indirizzò il gruppo verso un parcheggio dove avrebbero potuto trovare una via di fuga. I Turks ringraziarono Elena, e uno di loro le diede un consiglio su come migliorare la sua postura in combattimento. Quando mise alla prova questo consiglio, Elena si sentì per la prima volta contenta di aver imparato qualcosa dai Turks, e per la prima volta si chiese perché continuasse ad allenarsi.

Appena i Turks se ne andarono, Elena fu raggiunta dai Raven, che si erano accorti di essere seguiti e la catturarono per non lasciare testimoni. Messa in un sacco e caricata in un camion, la ragazza fu inaspettatamente liberata dai Turks, che per puro caso si erano infiltrati proprio su quel veicolo per raggiungere la piattaforma. Quando si resero conto che il camion doveva essere guidato da un membro dell'Avalanche, i Turks cercarono di prenderne il controllo, ma fallirono nell'intento e il camion si rimise in moto con Elena ancora a bordo. Elena fu quindi portata a bordo di un treno diretto verso la piattaforma, e mentre veniva trascinata verso i vagoni di testa fece inavvertitamente cadere uno dei suoi emblemi d'élite, che fu utile ai Turks per ritrovarla quando finalmente riuscirono a raggiungere il convoglio.
I Turks arrivarono nella carrozza 5 e ordinarono ai Raven di lasciare libera la ragazza, ma questi rivelarono di voler scambiare la sua vita con le materie di supporto dell'invocazione Zirconiade, di cui gli agenti erano in possesso. Elena disse ai Turks di non assecondare i nemici e cercò di liberarsi da sola, ma i Turks accettarono lo scambio, assicurandosi che la ragazza fosse al sicuro prima di consegnare le materie. Una volta che Elena fu in salvo, il gruppo cercò immediatamente di riprendersi le preziose sfere, ma i Raven che li separavano dall'obiettivo erano troppi e il Raven con le materie riuscì a fuggire. Elena si scusò per aver complicato le cose, ma i Turks le assicurarono che non era ancora finita e avrebbero sempre trovato un modo per portare a termine la missione: questo era il motto e la via dei Turks. Ispirata dal coraggio e dalla lealtà dei Turks, Elena decise che era ora di mettere il proprio talento al servizio dell'agenzia, e giurò che sarebbe diventata una Turk migliore di sua sorella.

Quando la crisi fu risolta, la ragazza tornò all'accademia e portò a termine gli studi per entrare nei Turks, ma il suo momento arrivò prima di quanto avesse previsto: a causa delle loro azioni contro la Shinra, molti dei Turks, tra cui anche Emma, erano stati costretti a fuggire da Midgar, e qualche tempo dopo il secondo in comando Reno rimase ferito durante il crollo della piattaforma del settore 7, perciò Elena fu chiamata immediatamente a riempire almeno un posto vuoto nell'agenzia, che si era ridotta a soli due membri. Fu proprio in quel periodo che Elena incontrò per la prima volta il suo capo Tseng, dal quale rimase subito affascinata.

Continuità originale[]

L'ascesa della recluta[]

Sono il nuovo membro dei Turks, Elena. Grazie a quello che avete fatto a Reno, siamo a corto di personale... Ma proprio per questo sono stata promossa nei Turks...
—Elena

In seguito alla morte del Presidente Shinra e all'insediamento di suo figlio Rufus come nuovo leader della compagnia, Elena fu incaricata, insieme a Tseng e Rude, di inseguire un misterioso uomo dal mantello nero che sembrava essere Sephiroth, il leggendario SOLDIER dato per morto cinque anni prima. Mentre si trovavano nella miniera di mithril, Elena e Rude incrociarono Cloud Strife e i suoi compagni, ufficialmente accusati della morte del Presidente e anche loro in cerca di Sephiroth.
I due affrontarono il gruppo per rallentare la loro ricerca, ma furono interrotti da Tseng, che li riportò all'ordine e ricordò loro che avevano un compito da svolgere. Pur essendo entrata nei Turks, Elena non aveva perso la sua sbadataggine, e nel tentativo di apparire diligente davanti a Tseng, si lasciò scappare che Sephiroth era diretto al porto di Junon, facendo esasperare il suo capo. Nella città-fortezza, mentre era in corso la cerimonia di insediamento di Rufus, i Turks si rilassarono in un bar dove furono raggiunti anche da Reno, che si stava pian piano riprendendo: Elena era annoiata, ma sempre pronta a intervenire in caso di disordini.

Qualche giorno dopo, Elena, Reno e Rude accompagnarono Tseng e Scarlet del dipartimento armamenti fino a Gongaga, dove la direttrice stava cercando tracce di materie immani nel vecchio reattore mako. I tre attesero il loro capo nelle vicinanze del villaggio, controllando se Cloud e i suoi compagni fossero nelle vicinanze. Mentre parlavano tra loro, Reno domandò a Rude se ci fosse qualcosa tra lui ed Elena: Rude mise in chiaro che a lui piaceva Tifa, un'amica di Cloud, mentre a Elena piaceva Tseng, ma a Tseng piaceva Aerith, un'altra amica di Cloud. Elena si dissociò da quei discorsi, che certamente Tseng non avrebbe approvato, e poco dopo arrivò proprio Cloud con il suo gruppo, che comprendeva anche Tifa e Aerith. La ragazza affrontò i seccatori insieme ai due colleghi, ma anche questa volta furono messi alle strette e la ragazza corse a fare rapporto a Tseng.

Diverso tempo dopo, mentre Tseng gestiva altri affari, Elena, Reno e Rude furono inviati a Wutai, dove sembrava fosse stato avvistato il boss malavitoso Don Corneo, ricercato dalla Shinra per aver condiviso informazioni classificate. Quando vide che anche il gruppo di Cloud si trovava nell'area, cercò di affrontarli, ma Reno e Rude le dissero di calmarsi perché in quel momento erano ufficialmente in pausa, e i due non avevano voglia di rovinarsi la giornata con ostilità inutili. La ragazza decise quindi di lasciar correre, ma quando i soldati che erano con i Turks arrivarono per avvisarli di aver avvistato Don Corneo, e anche questa volta Reno non volle essere disturbato, Elena si indignò per la sua mancanza di serietà e decise di andarlo a cercare da sola.
Sfortunatamente, l'impazienza di Elena le costò molto cara, perché fu Don Corneo a trovare lei, ma la sua cattura stava per diventare l'ultimo dei suoi problemi: il pervertito gangster aveva appena messo le mani su una giovane fanciulla, e aveva una gran voglia di sfogare i propri istinti animali sulla povera Turk. Dopo aver catturato anche Yuffie, una ragazza che Cloud e gli altri stavano inseguendo, Corneo portò le sue due vittime sulla statua di Da-chao, dove le legò agli occhi della gigantesca effigie per osservarle meglio. Per gran sfortuna di Corneo, la cattura delle due ragazze aveva portato all'improbabile alleanza tra il gruppo di Cloud e i Turks, che collaborarono per togliere di mezzo il boss, buttandolo giù dalla statua.
Reno liberò Elena e questa lo ringraziò per essere arrivato ad aiutarla nonostante fosse in pausa, ma Reno le ricordò di non sembrare ancora vulnerabile, perché era ancora una Turk. Gli agenti ricevettero quindi l'ordine di catturare il gruppo di Cloud, ma Reno ordinò invece di rompere le righe, perché ora che il problema di Corneo era risolto, potevano tornare in pausa. Questa volta, Elena si aggregò ai suoi compagni senza alcuna obiezione.

Perdita e vendetta[]

Richiamata in servizio, Elena raggiunse Tseng al Gold Saucer, dove il suo capo aveva combinato un incontro con una spia che si era infiltrata nel gruppo di Cloud. Quando la funivia che collegava il parco divertimenti all'esterno si guastò, bloccando i loro bersagli all'interno, i Turks passarono la serata in attesa del momento giusto. Nella sua stanza dell'hotel a tema horror del parco, Elena si fece un discorso di incoraggiamento per trovare la forza di chiedere a Tseng di uscire con lei, ma il suo momento fu interrotto quando la spia si presentò con un oggetto rubato al gruppo di Cloud: la chiave litica che apriva la via verso il tempio degli Antichi.
I Turks raggiunsero quindi la locazione dove, secondo gli antichi testi Cetra, si trovava il tempio, e usarono la misteriosa sfera per far apparire la gigantesca struttura. All'ingresso, Tseng ed Elena trovarono un murale che sembrava parlare della fantomatica terra promessa, la leggendaria terra che la Shinra cercava da tanto tempo: gli indizi sembravano portare nella regione polare, dove si trovava il cratere nord. L'uomo decise di restare per esaminare più a fondo il tempio, ordinò a Elena di fare immediatamente rapporto a Rufus, e, con immensa sorpresa della ragazza, le propose di uscire a cena al suo ritorno. Stupita, Elena accettò e si congedò, non sapendo che non avrebbe rivisto il suo amato capo per molto tempo.

Giorni dopo, i Turks ricevettero la notizia che Tseng era morto. Questa scoperta colpì Elena al cuore, e sapendo che Cloud e il suo gruppo erano sicuramente in cerca della chiave litica che loro gli avevano sottratto, concluse che dovessero essere stati loro a uccidere il suo capo. Infuriata per aver perso la sua occasione, la ragazza prese un gruppo di soldati e viaggiò in cerca del gruppo, fino a scoprire che si trovava nel villaggio di Loggia Gelata, sulla via per il cratere nord. La ragazza sorprese il gruppo mentre cercava una strada attraverso le lande innevate, e si lanciò con rabbia contro Cloud, accusandolo di aver ucciso Tseng. Il ragazzo cercò di spiegarle che era stato Sephiroth, ma Elena non volle sentire ragioni e cercò di colpirlo con un pugno, mancandolo di poco. Capendo di trovarsi in sovrannumero, Elena tornò indietro ancora più infuriata.

La nuova luce dei Turks[]

Quando arrivò a Midgar, Elena era un costante stato di rabbia, tristezza e confusione, e non riusciva a pensare ad altro che alla vendetta, perciò i suoi colleghi decisero di non coinvolgerla nelle operazioni dell'immediato futuro. Nei giorni successivi, una gigantesca meteora invocata da Sephiroth era apparsa nel cielo, e minacciava di schiantarsi sul pianeta nel giro di una settimana. I Turks videro i piani della compagnia per distruggere Sephiroth andare in fumo uno dopo l'altro, e il loro quartier generale al palazzo Shinra con essi, e al loro successivo incontro con Cloud e i suoi amici, solo Elena sembrava avere ancora intenzione di combatterli: quando la ragazza vide i suoi superiori completamente privi di ogni interesse a portare avanti ordini di una compagnia che stava per essere spazzata via insieme a tutto il resto, anche lei decise di lasciar passare i suoi nemici, ricevendo inaspettatamente i complimenti di Reno. Ormai la missione era conclusa: Elena era una vera Turk.

Mentre le forze di sicurezza di Midgar cominciavano a mettere in atto un'evacuazione coordinata con i membri dell'Avalanche, Elena seguì Reno e Rude fino in cima al palazzo, dove speravano di trovare Rufus ancora in vita, ma con immensa sorpresa, trovarono ad attenderli Tseng, un po' malconcio ma incredibilmente ancora vivo. Il capo dei Turks era pronto a tornare in azione senza perder tempo in conversazioni inutili, ma la giovane recluta non riuscì a trattenere la felicità di rivederlo, e con le lacrime agli occhi lo abbracciò forte. Dopo averla dolcemente scostata con le mani, Tseng affidò al gruppo una nuova missione: fornire supporto all'evacuazione dei cittadini della piattaforma.
I tre Turks si occuparono di gestire l'evacuazione di vari settori, Rude prese in custodia il settore 2, Reno il settore 4 ed Elena il settore 3, per poi tornare a rapporto da Tseng al settore 5, l'ultimo rimasto. Il settore era uno dei più popolati, abitato da numerosi impiegati Shinra di alto profilo, e solo in quattro non sarebbero mai riusciti a far uscire tutti... se non fossero arrivati i Turks fuggiaschi guidati dal vecchio leader Veld. Elena fu inaspettatamente felice di rivedere sua sorella e gli altri suoi compagni: erano loro che avevano permesso a Tseng di sopravvivere alle ferite riportate al tempio degli Antichi, e anche in questa occasione il loro aiuto fu fondamentale per portare a compimento la missione.

Dopo la catastrofe[]

Il giorno dopo che la meteora fu distrutta dal flusso vitale emerso dal pianeta, i quattro Turks si riunirono al villaggio di Kalm, dove era stato portato anche Rufus, che si era salvato ed era stato trovato ferito e dolorante da Reno e Rude in una sala segreta sotto il palazzo Shinra: il presidente dell'ormai defunta Shinra si era ripreso, ma le ferite riportate lo avevano costretto su una sedia a rotelle. Rufus ordinò ai suoi fedelissimi di ottenere informazioni sulla situazione a Midgar e radunare quante più persone ancora fedeli alla compagnia: anche se ormai aveva perso l'approvazione del popolo per le atrocità commesse in nome del denaro, c'erano ancora delle cose buone che la Shinra poteva fare.
Tseng ed Elena si occuparono del primo incarico, e raggiunsero il mercato murato per osservare la situazione. La gente dei bassifondi aveva già scarsa simpatia per la Shinra, e ora più che mai vedere una persona con gli abiti dei Turks portò i più coraggiosi a lanciare pietre e insulti ai due agenti. Per evitare di attirare ancora l'attenzione, i due si cambiarono d'abito in un negozio vicino, Tseng comprò una camicia a fiori ed Elena un abito elegante. Entrati in un bar affollato, Elena colse l'occasione per cercare di dichiararsi a Tseng, ma il caposquadra non riusciva a togliere lo sguardo da un uomo vestito di nero che sembrava dormire da solo, seduto a un tavolo per quattro: dopo averlo esaminato scoprirono che era morto, e una sostanza viscosa e nera gli percorreva il petto.

La malattia sconosciuta e il pericolo di contagio seminarono presto il caos nel mercato murato, e le cose non migliorarono quando Tseng ed Elena scoprirono che altre persone in tutta Midgar manifestavano gli stessi sintomi. I due tornarono a Kalm, solo per trovare la palazzina che ospitava Rufus occupata da numerosi profughi malati, e il loro presidente scomparso. Elena si offrì di andare a cercarlo, essendo quella che avrebbe fatto meno paura alle persone all'interno, ma non riuscì a trovare alcuna informazione su dove Rufus fosse finito.
Trascorse due settimane senza indizi tangibili, Tseng ordinò ai Turks di tornare a Midgar e stabilire una base temporanea nel settore 5, dove si trovavano ancora parecchie armi ed equipaggiamenti segreti che mai avrebbero dovuto finire in mano ai civili. Su suggerimento di Elena, il gruppo sparse la voce che la piattaforma fosse in procinto di crollare, e questo fu sufficiente a far fuggire molti dei residenti.

Tuttavia, i problemi erano appena iniziati: Reno scoprì poco dopo che un gruppo di truppe originariamente stanziate a Junon, guidate da un uomo di nome Mutten Kylegate, aveva preso il controllo del quartier generale e stava organizzando un'assemblea. Tseng ed Elena cercarono di scoprire di più sulla situazione, e scoprirono che i soldati stavano raccogliendo numerose apparecchiature dai magazzini del settore 5 per costruire una nuova città a est di Midgar. Riunitisi con Reno e Rude a notte fonda, si misero al lavoro per mettere al sicuro tutte le armi e i veicoli militari nascosti nei depositi in città, prima di tornare alla base per riposarsi.
I Turks furono svegliati improvvisamente da Veld, che li ragguagliò sulla situazione riguardante Kylegate: buona parte delle informazioni erano cose di cui erano già al corrente, ma grazie al loro vecchio direttore riuscirono a scoprire che tipo di persona fosse quest'uomo, e che teneva prigioniero Rufus nella sua residenza a Kalm. Il gruppo si precipitò quindi nella cittadina alla disperata ricerca del presidente, ma trovarono la casa di Kylegate avvolta nelle fiamme. L'unica informazione che Elena riuscì a ottenere era che qualcuno aveva visto un signore di mezza età trascinare un uomo in bianco con la gamba ingessata fuori dall'abitazione: l'uomo in bianco era certamente Rufus, ma nessuno sapeva con certezza chi fosse l'altra persona.

Passarono tre mesi, e i Turks non riuscirono a trovare traccia di Rufus da nessuna parte, finché non furono contattati da un medico di nome Kilmister, un membro dello staff del dipartimento scientifico che apparentemente aveva preso in consegna Rufus: egli assicurò agli agenti che Rufus era al sicuro nelle sue mani e che stava lavorando a una cura per la misteriosa malattia, ma aveva bisogno del loro aiuto. Per due settimane, i Turks dovettero fare il suo gioco e consegnargli le scorte di stimolanti che un tempo erano usati per potenziare i soldati della Shinra: scoprirono presto che il dottore li usava per alleviare il dolore dei malati sotto la sua custodia, oltre ad averne una dipendenza egli stesso.
I Turks accompagnarono Kilmister a una struttura ricreativa chiamata Cliff Resort, proprietà della Shinra sin dai tempi della sua fondazione, e vi stabilirono un ospedale dove Killmister potesse curare meglio i suoi pazienti, e in seguito seguirono il dottore fino alla grotta dove aveva nascosto Rufus, salvando il presidente per il rotto della cuffia perché una pioggia torrenziale aveva inondato l'area. Nei giorni che seguirono, la Shinra cominciò a recuperare un po' di consensi tra la popolazione, fornendo medicinali e altre risorse nella nuova città di Edge e in altre località limitrofe, ed Elena entrò in confidenza con gli abitanti, e insistette che gli stimolanti di Kilmister fossero condivisi anche con loro, anche se questo portò rapidamente al loro esaurimento.
Su consiglio di Kilmister, la ragazza si unì a un gruppo di cacciatori per trovare la materia prima per creare altri stimolanti, ricavata dalla coda degli orsi Nibel. Durante la ricerca, Elena prestò soccorso a un ragazzo di nome Goddy, ferito da un giovane orso, e quella sera stessa l'accampamento dei cacciatori fu attaccato dallo stesso orso accompagnato da un altro esemplare: Elena affiancò i cacciatori e riuscì a uccidere le due bestie, recuperando le code e abbandonando l'area in elicottero prima che fosse attaccata da un'altra creatura.

Dopo che la ragazza si riunì ai Turks a Cliff Resort, le cose procedettero senza troppe variazioni per diversi mesi. A due anni dalla caduta della meteora, Kilmister aveva scoperto che la malattia misteriosa, chiamata geostigma, era stata contratta attraverso il contatto con flusso vitale contaminato dalle cellule di Jenova, e che i sintomi peggioravano se chi ne era affetto cedeva a pensieri negativi. Anche Rufus era stato contagiato, quella sera nella grotta allagata, ed era per questo che sembrava fin troppo accondiscendente con le richieste dello scienziato, ma ora le cose erano cambiate: Kilmister aveva rivelato i suoi veri piani, ed era stato fatto uccidere da Rufus. Il presidente fece quindi cambiare nome alla residenza in Healen Lodge, e preparò i Turks ad agire per riportare la Shinra in cima al mondo.

Il ladro di medicinali[]

Con il passare del tempo, Elena si era stancata di passare le giornate alla casa di cura Healen, dove non c'era niente da fare a parte monitorare i vari malati di geostigma ricoverati nel rifugio. Avrebbe voluto tornare all'azione come succedeva due anni prima, e ancora non sapeva che quel momento sarebbe arrivato presto: Rufus aveva concluso che, se erano ancora presenti cellule di Jenova nel flusso vitale, un frammento della creatura doveva ancora esistere da qualche parte, e aveva in programma di inviare Tseng ed Elena a cercare quella fonte.
Mentre faceva la sua ronda quotidiana, la ragazza passò a ispezionare la casa di Thropp, un ragazzo assoldato dai Turks come aiutante, e trovò alcune scatole di medicinali prive delle loro etichette. Insospettitasi, Elena chiamò Tseng per chiedergli se fossero state fatte modifiche ai carichi di medicinali, ma ricevette una risposta negativa, mentre Thropp osservava qualcosa fuori dalla sua finestra. La ragazza legò quindi l'uomo a una sedia e andò a controllare, e vide qualcuno che si muoveva per la foresta: era un ragazzo robusto e vestito di verde, che Elena inseguì brevemente per la foresta, ma prima che potesse arrestarlo fu richiamata alla base da Tseng, che aveva iniziato a interrogare Thropp.

Il ragazzo fece il nome di un suo amico, Fabio Braun, che viveva ad Edge; Tseng inviò Reno e Rude a cercarlo, ma essi sbagliarono bersaglio e finirono per fare visita al suo vicino Evan Townshend, che non c'entrava niente. Il giorno dopo, Elena era quasi tentata di picchiare Thropp, specie quando questi la implorò di risparmiarla perché era stato nell'esercito della Shinra, ma si trattenne quando arrivò Tseng e uscì dalla casa per sbollire. Più tardi, i Turks riuscirono a scovare Fabio, ed Elena si precipitò a recuperare il maltolto. Scoperto che era il ragazzo vestito di verde che aveva visto il giorno prima, la ragazza lo picchiò sonoramente, ma quando vide che le fiale che aveva rubato erano per suo fratello Bits, malato di geostigma, decise di lasciargliele.
Tornata a Healen, Elena tornò a interrogare Thropp per sapere se avesse rubato altri farmaci e a chi li avesse dati, ma questa volta fu interrotta da un'esplosione improvvisa. Fabio era tornato in compagnia di due amici, Keough e Doyle, e aveva preparato una bella bomba per liberare il suo amico. Elena rimase ferita nell'attacco, ma i tre furono fermati e imprigionati dagli altri Turks, e solo grazie all'intercessione di Evan, rivelatosi essere il fratellastro perduto di Rufus, essi furono lasciati andare. Qualche giorno dopo, mentre Reno e Rude si occupavano di gestire i lavori per la costruzione di un monumento a Midgar al centro di Edge, Rufus incaricò finalmente Tseng ed Elena di trovare qualunque traccia di Jenova, e appena la ragazza fu pronta i due partirono in elicottero alla ricerca.

In cerca di Jenova[]

Mentre lei e Tseng facevano tappa a Junon bassa, travestiti da turisti, Elena chiese al suo caposquadra se fosse ancora in contatto con gli altri ex-Turks dopo l'ultima volta che si erano visti due anni prima. Prima che Tseng potesse rispondere, i due sentirono un trambusto all'ingresso della località: Elena scoprì che una giovane ragazza era stata portata in città da una bestia rossa con la coda infuocata, che Tseng riconobbe immediatamente come Red XIII, uno degli amici di Cloud. Elena indirizzò il capo verso l'ospedale dove la creatura aveva portato la ragazza, che si rivelò essere Kylie Canaan, un'amica di Evan Townshend, che era nell'area con lui ed era quasi affogata mentre erano in spiaggia.
Nelle ore successive, Tseng ed Elena scoprirono da Reno e Rude che Fabio era morto mentre tentava di rubare il loro elicottero, che i due erano in cerca di Evan, e che Kylie era entrata in contatto con un misterioso giovane dai capelli argentei di nome Kadaj: quest'ultimo sembrava aver preso forma dai ricordi di un amico d'infanzia della ragazza, una caratteristica tipica di Jenova. Tseng decise quindi di usare Kylie ed Evan per trovare questo giovane, ma quando portò la ragazza all'elicottero e questa vide Elena, scoppiò tra le due un litigio durante il quale la Turk rivelò per errore la morte di Fabio, facendo scoppiare a piangere Kylie.

Quando gli altri Turks arrivarono con Evan, Kylie cercò di fuggire con lui, ma Elena estrasse istintivamente la pistola e sparò alla spalla del ragazzo. Questa reazione affrettata le costò un rimprovero da parte di Reno, e quando Evan si fu ripreso la ragazza si scusò con riluttanza. Elena pilotò l'elicottero con a bordo Tseng, Evan e Kylie fino a Nibelheim, dove Evan sperava di trovare notizie su sua madre Annette, e tramite un suo conoscente furono indirizzati all'ultimo luogo dove era stata vista: Loggia Gelata.
Elena non era particolarmente contenta di tornare in quel luogo, dove aveva incoscientemente tentato di vendicarsi su Cloud per qualcosa che non aveva fatto, ma questa sosta permise ai Turks di scoprire un importante dettaglio per la loro ricerca: Annette Townshend era passata da Loggia Gelata mentre seguiva misteriose figure dal mantello nero, che ora avevano imparato a conoscere come i cloni di Sephiroth. Quella sera, mentre il gruppo rifletteva su come gestire la situazione, Kadaj apparve nell'area e cercò di estorcere a Evan informazioni su Jenova. Dopo averlo messo in fuga una volta, i Turks cercarono di inseguirlo con l'elicottero, ma Kadaj si materializzò di nuovo nella stanza di Kylie.
Elena e Tseng tornarono con l'elicottero in tempo per cercare di salvare i due ragazzi da Kadaj, ma prima che essi potessero salire a bordo, il ragazzo saltò sul velivolo ed ebbe un breve scontro con i Turks che portò l'elicottero sufficientemente lontano da permettergli di attaccare nuovamente Evan, ferendolo alla spalla con la sua spada. Ristabilizzato l'elicottero, Elena puntò le armi contro Kadaj, ma quando Tseng le ordinò di sparare si rifiutò di eseguire, temendo di colpire Evan che era ancora vicino. Anche Reno e Rude, arrivati nel frattempo, non vollero sparare per evitare di colpire il fratello del presidente.
Per fortuna fu proprio Evan a togliersi dalla portata degli elicotteri, e i Turks provarono quindi a colpire Kadaj con i mitragliatori, ma questo era troppo veloce e riuscì a sorprendere Reno e Rude materializzandosi nel loro velivolo. Elena diresse il proprio elicottero contro quello dei colleghi e, appena li vide saltare giù, Tseng lanciò un missile che lo distrusse, causando un'esplosione che fece cadere Evan e Kylie in una caverna sotto il ghiaccio.

Mentre Reno andava a cercare i due dispersi, Tseng ed Elena tornarono a Junon bassa, dando anche un passaggio a Rude fino a Healen perché recuperasse un nuovo elicottero. Alla fine tutto si risolse per il meglio e il gruppo si riunì: Elena ebbe di nuovo occasione di chiedere scusa a Evan per avergli sparato, e il fratello del presidente poteva finalmente curarsi il braccio e tornare a casa più sereno. La ricerca però non era ancora terminata: Reno aveva scoperto che un frammento di Jenova era ancora presente nel cratere nord, perciò i Turks partirono immediatamente per recuperarlo.
Dopo alcune ricerche, Tseng ed Elena riuscirono finalmente a trovare ciò che cercavano, ma proprio quando Reno stava per arrivare a recuperarli, Kadaj apparve nuovamente davanti a loro, affiancato da altri due figuri di nome Yazoo e Loz, che li attaccarono e ferirono gravemente. Reno fece in tempo a mettere al sicuro la scatola contenente quello che rimaneva di Jenova, ma Tseng ed Elena furono catturati dai tre giovani dai capelli d'argento, che li torturarono per sapere dove avessero portato la loro "madre".

Concludere la missione[]

I due furono trovati qualche giorno dopo da Vincent Valentine, un ex membro dei Turks che aveva combattuto a fianco di Cloud. L'uomo li portò al sicuro e li aiutò a riprendersi, e scoprì che i tre erano manifestazioni della coscienza di Sephiroth, che ancora persisteva nel flusso vitale, e voleva riunirsi a Jenova per tornare completamente in vita.
Sebbene ancora malconci, Tseng ed Elena recuperarono abbastanza forze per tornare a Edge, dove Kadaj aveva preso in ostaggio Rufus: quando il presidente si gettò da un palazzo per distruggere i resti di Jenova, i due arrivarono in extremis e, tramite reti di sicurezza, lo salvarono dalla caduta per il rotto della cuffia.

Poco dopo, Elena arrivò in soccorso di Reno e Rude dopo che il loro elicottero fu distrutto da Loz, e li portò più avanti nella vecchia tangenziale di Midgar in modo che potessero distruggere le ombre di Sephiroth con una bomba. Quando il nemico fu sgominato definitivamente, Elena e gli altri Turks si riunirono con Rufus, e testimoniarono la guarigione del presidente dal geostigma quando una pioggia benefica si riversò sul mondo.

Continuità Remake[]

Inseguendo i mantelli neri[]

Chiamata in servizio per il suo primo incarico, Elena fu assegnata come nuova partner a Rude mentre Reno era in convalescenza: i due ricevettero istruzioni di seguire i misteriosi uomini dal mantello nero, che da Midgar avevano iniziato a spostarsi verso sud. Quando il gruppo arrivò alla miniera di mithril, Elena cominciò a chiedersi quale fosse lo scopo della loro missione, ma Rude rispose che fare domande non era loro compito. Improvvisamente, Rude si accorse che non erano soli nella miniera, e costrinse Cloud, Tifa e Aerith a uscire allo scoperto.
Desiderosa di mettersi alla prova, Elena si presentò ai fuggitivi dell'Avalanche, accusati dell'assassinio del presidente Shinra, e insieme a Rude li affrontò in scontro aperto. La ragazza dimostrò un ottimo gioco di squadra con il collega nonostante l'inesperienza, ma lo scontro si interruppe quando Barret e Red XIII sopraggiunsero in soccorso degli avversari, costringendoli ad arrendersi. La situazione fu sedata da Tseng, che ricordò ai colleghi la loro missione, e sparò un colpo per distrarre Barret, dando a Elena il tempo di estrarre una granata e lanciarla contro il gruppo, facendolo precipitare nei piani inferiori della miniera.

I Turks seguirono i mantelli neri fino a Junon, dove Elena e Rude si presero una pausa mentre Tseng supervisionava i preparativi per la cerimonia di insediamento del nuovo presidente Rufus: temendo di aver fatto una brutta figura davanti al suo capo, Elena andò ad affogare i suoi dispiaceri nell'alcohol al bar Le Sourire, senza nemmeno accorgersi che Cloud e i suoi amici si erano infiltrati tra i soldati e progettavano di confrontarsi con Rufus durante la parata.
Dopo la parata, Elena e Rude ripresero a seguire i mantelli neri, che nel frattempo continuavano a spostarsi verso ovest, e ricevettero istruzioni dal professor Hojo di radunarne il più possibile. Mentre trasportavano alcuni dei mantelli nella regione di Corel, i due furono costretti a fermarsi quando questi cominciarono ad agitarsi troppo, e quando li fecero scendere sul monte Corel per farli proseguire a piedi, si trovarono davanti ancora l'Avalanche. Per vendicarsi dell'ultima volta che si erano visti, Elena decise di lasciare il gruppo in compagnia di una nuova arma, anche solo per rallentarne la corsa.

In cerca dei fuggiaschi[]

La notte successiva, Elena e Rude due ricevettero l'incarico di distribuire volantini con le foto segnaletiche di Cloud, Tifa e Barret, che dopo la parata erano stati accusati di complicità in un attentato alla vita di Rufus. Con loro c'era anche Palmer, il bistrattato direttore del dipartimento aerospaziale della Shinra, che si chiedeva perché un uomo del suo rango dovesse occuparsi di volantini, ed Elena gli disse che la compagnia gli aveva affidato un incarico importante perchè aveva fiducia in lui.
I Turks fecero tappa al Gold Saucer, dove prenotarono due stanze nell'hotel della zona fantasma per riposare e dare un po' di svago a Palmer. Quando però si presentarono alla reception, dove Elena si prese un bello spavento all'arrivo teatrale dell'addetto, la loro prenotazione era stata misteriosamente annullata: a loro insaputa, il gatto robot Cait Sith aveva contattato Cloud per spiarlo, e aveva dato all'Avalanche le stanze prenotate da Palmer, un po' per guadagnarsi la loro fiducia, un po' per dare fastidio al direttore. Senza più una stanza, i Turks furono costretti a passare la notte nel parco.

Poco dopo, la sicurezza di Palmer fu massacrata da un uomo che i testimoni oculari affermarono avere una mitragliatrice al posto del braccio. Poiché Barret era l'unico che conoscevano a corrispondere alla descrizione, Elena fu inviata a cercarlo nell'area desertica circostante il Gold Saucer: le ricerche si protrassero fino al giorno successivo, e la ragazza cominciò a non poterne più del caldo, che con la sua divisa nera diventava ancora più insopportabile. Esasperata, Elena chiamò Rude, che nel frattempo era rimasto a proteggere Palmer alle corse dei chocobo, e lo implorò di raggiungerla presto e di portarle un gelato, di qualunque gusto che non fosse la vaniglia.
Tornando al Gold Saucer, Elena fece anche tappa alla prigione di Corel, dove chiese anche al boss locale Mister Gus se sapesse qualcosa di Barret, e fu indirizzata verso una vecchia discarica dove il malavitoso aveva già inviato il gruppo di Cloud. La ragazza inviò alcuni soldati nell'area e tornò da Rude, che su ordine di Palmer aveva fatto arrivare da Midgar un'arma che sperava di usare contro l'Avalanche. Godendosi il suo gelato, Elena trasportò il direttore e il suo mech con l'elicottero fino alla discarica, ma il gruppo di Cloud riuscì a fuggire su un fuoristrada donatogli da Dyo, il direttore del Gold Saucer. Mentre Rude dava una sonora lezione a Dyo, Elena inseguì il fuoristrada assieme a Palmer, e quando l'elicottero fu abbattuto dal fuoco incrociato la ragazza si lanciò senza indugio sul veicolo per costringere l'Avalanche a fermarsi. Prima che potesse fare qualcosa, fu però sbalzata via da una manovra improvvisa e, salvatasi per miracolo, si accasciò incredula sulla sabbia.

Gli spoiler finiscono qui.

Profilo[]

Aspetto fisico[]

FFVII Elena art

Elena è una giovane donna dalla corporatura snella, con la carnagione chiara, occhi marroni e corti capelli biondi pettinati a caschetto invertito sul lato destro del viso. Nel suo modello di battaglia nella sua comparsa originale e in Final Fantasy VII Rebirth, il colore dei capelli è giallo acceso, mentre nel suo modello sulla mappa e nei titoli della Compilation sono di colore più chiaro. Nella sua comparsa in Before Crisis -Final Fantasy VII-, portava i capelli più lunghi, raccolti in due codini ai lati del viso.

Indossa l'uniforme standard dei Turks, comprensiva di completo giacca e cravatta su una camicia bianca e stivaletti neri con tacco spesso. La divisa era di colore blu scuro nel gioco originale, ma è diventata nera a partire da Advent Children, mentre in Final Fantasy VII Rebirth la giacca originariamente chiusa con una cerniera è diventata un più elegante doppiopetto, e la cravatta è di colore marrone scuro e fermata con un clip metallico.
In Before Crisis, Elena indossava invece un'uniforme scolastica completa di maglia rossa, cravatta blu, colletto alla marinara bianco e nero, minigonna nera, calze grigie lunghe fino al ginocchio e mocassini neri.

Nel gioco originale Elena usava solo arti marziali e bombe a mano per combattere, ma in Final Fantasy VII Rebirth usa anche una piccola mitragliatrice tascabile, che in contrasto con il suo abbigliamento serio e professionale è di un vistoso colore rosa a fiori, coperta di strass e altri abbellimenti.

Personalità[]

Elena prende molto seriamente il suo nuovo ruolo nei Turks, e nonostante sia solo una principiante è molto ligia al dovere e mette tutta se stessa in quello che fa. Si annoia facilmente se non ha un incarico, ed è sempre pronta a entrare in azione. Allo stesso tempo, però, è anche molto goffa e impulsiva, con la tendenza a parlare più del dovuto, spesso rivelando informazioni segrete, e a prendere l'iniziativa in situazioni più grandi di lei.
Nella sua comparsa originale, Elena fa molto da opposto a tutti i suoi colleghi in vari modi: è più professionale di Reno, più abile con le parole di Rude e meno distaccata di Tseng. Con i primi due in particolare ha spesso dei contrasti a causa del modo più rilassato con cui si approcciano al proprio lavoro, cosa di cui non si fa remore a lamentarsi anche se non è quasi mai ascoltata. Per contro, nutre grande ammirazione per Tseng e non osa quasi mai discutere i suoi ordini. I suoi sentimenti verso Tseng la rendono profondamente insicura, e contribuiscono ad alcune delle sue azioni più impulsive nelle fasi avanzate dell'avventura.

Nei titoli successivi a Final Fantasy VII, la goffaggine di Elena viene drasticamente ridotta, mentre l'impulsività diventa il suo tratto più caratteristico, come si evince dal suo comportamento nel romanzo The Kids Are Alright, in cui "sparare prima e fare domande dopo" è il suo modus operandi. Before Crisis introduce anche una sorta di complesso di inferiorità in Elena, dovuto alla sua rivalità unilaterale con sua sorella: pur avendo più talento naturale di lei, le era sempre seconda nelle graduatorie, cosa che ha portato Elena a risentirla profondamente e le ha impedito di intraprendere la carriera nei Turks fino alla fine del gioco.
Questi cambiamenti alla caratterizzazione di Elena sono retroattivamente inseriti in Final Fantasy VII Rebirth ed esponenzialmente enfatizzati: Elena sa di essere un prodigio, e vuole sempre dimostrarlo e dare il meglio in ogni situazione, ma il timore di non essere presa sul serio a causa della giovane età la porta ad agire senza pensare e comportarsi in modo meno professionale di come vorrebbe apparire, a volte facendo la figura della bambina viziata. Se si parla con lei nel bar di Junon, è reso chiaro che è ancora profondamente insicura, e la sua più grande paura è sfigurare davanti al suo capo. Benché nutra ancora grande ammirazione per Tseng, le implicazioni romantiche tra di loro non sono presenti in questa versione, probabilmente a causa della differenza di età e del loro rapporto professionale.

Abilità[]

Elena si è addestrata sin da piccola all'uso delle armi da fuoco, ma non ha mai completato gli studi a causa del pessimo rapporto con sua sorella Emma. Si è invece specializzata nelle arti marziali, per cui ha dimostrato un talento naturale e si è guadagnata preziosi meriti all'accademia militare della Shinra. Una volta entrata nei Turks, ha saputo dimostrare anche una spiccata conoscenza dell'uso degli esplosivi, in particolare le bombe a mano, che può usare anche in combinazione con le arti marziali per lanciarli più lontano. In Final Fantasy VII Rebirth, la sua conoscenza delle armi da fuoco è dimostrata dal suo uso di una pistola mitragliatrice. Elena non ha inoltre problemi a usare il proprio aspetto per distrarre i nemici con sorprendente efficacia.

Il punto debole di Elena è la sua impulsività, che le fa commettere spesso errori di giudizio e la fa cacciare spesso nei guai. A dispetto di ciò, con l'avanzare della sua carriera, Elena ha anche dimostrato buone doti di leader, grazie alle quali ha potuto guidare personalmente diverse operazioni delicate, come la gestione dei medicinali durante la crisi del geostigma.

Gameplay[]

Final Fantasy VII[]

FFVII Turks Elena
Articolo principale: Turks:Elena

Elena è affrontata come boss nel tunnel sotterraneo durante il ritorno a Midgar, affiancata da Reno e Rude. Se il giocatore ha visto gli eventi di Wutai prima di questo momento, questo scontro può essere saltato, ma così facendo si dovrà rinunciare a equipaggiamenti esclusivi che è possibile rubare solo da lei e dai suoi compagni.
Elena possiede statistiche più alte rispetto a Reno e Rude, e combatte principalmente dalle retrovie, anche se a volte può scambiarsi di posto con i colleghi per attacchi ravvicinati. La sua specialità è lanciare granate sul gruppo, ma se si trova nelle retrovie può anche usare un'abilità che causa sempre status Caos al bersaglio. Questo scontro si conclude automaticamente quando uno qualsiasi dei tre Turks è sconfitto, quindi è necessario sconfiggerli tutti insieme se si vuole ottenere l'esperienza e gli AP da tutti e tre.

Durante la sosta del giocatore ad Icicle Inn, il giocatore avrà un particolare incontro con Elena, in cui la ragazza cercherà di dare un pugno a Cloud, che il giocatore potrà schivare premendo il tasto a schermo al momento giusto: in caso di successo, Elena ruzzolerà a terra e se ne andrà ancora più infuriata, mentre in caso di fallimento, Cloud finirà al tappeto e il gruppo sarà rinchiuso nella casa del professor Gast.
Il giocatore può anche trovare Elena in un bar, in compagnia di Tseng e Reno, nella zona occidentale di Junon durante la prima visita alla città. Elena è inoltre uno dei personaggi centrali nella missione secondaria di Wutai, in cui è rapita da Don Corneo insieme a Yuffie.

Final Fantasy VII Rebirth[]

Articolo principale: Elena (VII Rebirth)

Elena è affrontata come boss in quattro occasioni separate, di cui una opzionale: in tre di questi scontri è sempre affiancata da Rude, mentre nell'ultimo è affiancata da Tseng. Il primo scontro obbligatorio con lei avviene durante l'esplorazione della miniera di mithril nel capitolo 3, il secondo nell'arena del Gold Saucer nel capitolo 12, e il terzo durante l'esplorazione del tempio degli Antichi nel capitolo 13. Il quarto scontro è invece una simulazione virtuale di un ipotetico tradimento da parte di Rude ed Elena, ed è combattuto nella quarta fase della ricerca del vestigio di Gongaga.
Elena combatte coprendo le spalle a Rude o Tseng, impiegando attacchi più rapidi e bombe stordenti quando il collega è sulla difensiva, e passando ad attacchi più lenti e potenti quando è sull'offensiva, oltre a sferrare occasionalmente potenti attacchi combinati con i due. Benché potente, è anche molto facile da sbilanciare e mandare in tensione, rendendosi meno temibile se attaccata in continuazione. In riferimento all'incontro con lei a Loggia Gelata nel gioco originale, schivare il suo pugno la farà ruzzolare e finire fuori combattimento per un po'.

Le uniche altre interazioni di rilievo con Elena nel gioco avvengono a Junon, in cui può essere nuovamente incontrata nel bar Le Sourire, questa volta da sola, e durante la seconda visita al Gold Saucer, in cui è possibile parlare con lei prima dello scontro.

Dietro le quinte[]

Nell'edizione originale di Final Fantasy VII: Advent Children, Elena aveva un ruolo estremamente marginale, ma nell'edizione Complete le è dedicato maggiore spazio. La scena in cui Kadaj emerge dal flusso vitale contaminato, presente in quest'ultima versione, è vista dalla sua prospettiva. Durante il film, Kadaj mostra inoltre a Rufus i tesserini identificativi di Tseng ed Elena, sporchi di sangue: quello di Elena rivela anche il suo numero di matricola, ovvero "GAI077".

In Final Fantasy VII Rebirth, quando Elena e Rude trasportano il Rospotron nel deserto, Elena è vista mangiare un ghiacciolo azzurro che assomiglia molto al gelato al sale marino, un elemento ricorrente nella serie di Kingdom Hearts.

Voce[]

La voce giapponese di Elena è prestata da Megumi Toyoguchi, che ha doppiato anche sua sorella maggiore Emma nell'adattamento animato Last Order -Final Fantasy VII-. Toyoguchi ha inoltre doppiato Paine in Final Fantasy X-2, Qun'mi Tru'e in Final Fantasy Type-0, ed è anche la voce di Aqua nella serie di Kingdom Hearts.

La prima doppiatrice americana di Elena, presente finora solo in Advent Children, è Bettina Bush, sostituita da Piper Reese per i titoli legati al progetto Remake.

Etimologia[]

Elena è un nome di origine greca che significa "luce": benché normalmente sia pronunciato con l'accento tonico sulla prima sillaba, i doppiaggi lo pronunciano consistentemente con l'accento sulla seconda, per mantenere l'assonanza con il nome giapponese. In realtà, quest'ultimo suona molto più simile a Irina, variante russa del nome greco Irene, che invece significa "pace". Nelle prime pubblicazioni in anticipazione all'uscita del gioco originale fuori dal Giappone, il nome era stato traslitterato in Yrena.

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