- Un tempo Dyne era il migliore amico di Barret, quando i due si guadagnavano da vivere nelle miniere di carbone di Corel. Ora è un ricercato con un'arma innestata sul braccio sinistro e la sua attuale residenza è sconosciuta.
Dyne è un personaggio secondario nella serie di Final Fantasy VII.
Amico d'infanzia di Barret e padre biologico di Marlene, è stato dato per morto quattro anni prima degli eventi del gioco, ma il destino porta inaspettatamente al suo ritorno nella vita del suo vecchio amico. Nel corso degli anni, Dyne ha maturato profondi sentimenti di rabbia, rimorso e odio verso ogni cosa, annerendo la sua anima.
Dyne è apparso per la prima volta nell'originale Final Fantasy VII, e il suo ruolo è lievemente espanso in Final Fantasy VII Rebirth. Il suo unico altro ruolo di rilievo è una breve comparsa nella novella Hoshi o Meguru Otome, ma è apparso anche come boss in vari spin-off non canonici.
Storia[]
L'oppressione della Shinra[]
Nato e cresciuto nel villaggio minerario di Corel, Dyne amava la vita che faceva: aveva un bel lavoro nella miniera di carbone ed era felicemente sposato con Eleanor, con la quale progettava di mettere su famiglia. Era anche legato da una forte amicizia con Barret, che conosceva da quando erano piccoli.
Le cose cambiarono completamente quando Scarlet, una dirigente della compagnia elettrica Shinra si presentò nella cittadina: l'azienda aveva scoperto un enorme fonte di energia mako sul monte Corel, e Scarlet propose di costruire vicino alla città un reattore per estrarla e raffinarla. Dyne si oppose fermamente all'idea, ma Barret e il resto del villaggio erano dell'opinione opposta: ormai il carbone era una risorsa obsoleta, e l'energia mako avrebbe creato nuovi posti di lavoro e migliorato molto la qualità della vita nell'area.
Trovandosi in minoranza nella decisione, Dyne dovette accettare a malincuore la costruzione del reattore. Le cose andarono bene per un paio d'anni, e Dyne divenne padre di una bambina che chiamò Marlene, ma non passò molto tempo che le sue paure si realizzarono nel peggiore dei modi. Qualche tempo dopo il completamento del reattore, scoppiò uno scontro tra tra le forze della Shinra e un gruppo terroristico locale, che risultò in un'esplosione che rese l'impianto inutilizzabile. Per coprire quello che era successo, la Shinra addossò le responsabilità al villaggio di Corel e lo distrusse, massacrando molti degli abitanti, incluse Eleanor e la moglie di Barret, Myrna.
Dyne e Barret, di ritorno da un'escursione nel bosco, trovarono il loro villaggio in fiamme, e il capovillaggio rivelò che la Shinra aveva incolpato gli abitanti dell'incidente. I due affrontarono il fuoco nemico per salvare le loro famiglie, ma furono bloccati sul bordo di un precipizio e Dyne perse l'equilibrio, evitando il peggio solo grazie all'amico che afferrò la sua mano sinistra con la destra. Mentre Barret, già indebolito per un proiettile alla gamba, cercava disperatamente di risollevare Dyne, Scarlet prese il fucile di uno dei suoi soldati e sparò una raffica contro i due, crivellando di colpi il braccio di Barret, che non riuscì più a tenere la presa e fece precipitare Dyne nel vuoto.
Dyne riuscì miracolosamente a sopravvivere alla caduta, ma non indenne: soccorso da un medico, si ritrovò con una brutta ferita alla testa, e il suo braccio sinistro dovette essere amputato e sostituito con una protesi. Rimasto solo, si nascose nei canyon per sfuggire alla Shinra, e per i quattro anni successivi fece perdere le sue tracce. Vedendo un enorme parco divertimenti costruito al posto del proprio villaggio come se questo non fosse mai esistito, e sapendo di aver perso la propria famiglia per mano della Shinra, Dyne iniziò a odiare profondamente la compagnia, e con il tempo la sua sanità mentale deteriorò.
Dyne trovò rifugio in una vecchia discarica non lontano dal parco, dove usò vari rottami per costruire tombe improvvisate per Eleanor e Marlene. Ad un certo punto, si mise in contatto con i banditi che si erano insediati alla base del parco, soprannominata la prigione di Corel, e si fece installare un mitragliatore sul posto del braccio sinistro, oltre a stringere un accordo con il boss Mister Gus per non intralciare le rispettive attività. Con il tempo, Dyne divenne una sorta di spauracchio nella prigione di Corel: tutti lo temevano e nessuno osava contraddirlo, e se qualche disperato avesse voluto uscire dalla prigione, avrebbe dovuto rivolgersi direttamente a lui e sperare che fosse di buon umore. Allo stesso modo, però, nessuno fuori dalla prigione era consapevole della sua esistenza.
Continuità originale[]
Di nuovo faccia a faccia[]
- Vuoi ancora sentire "perché"? ...D'accordo, te lo dirò. Perché voglio distruggere tutto. Le persone di questa città. La città stessa. Il mondo intero! Non mi è rimasto più niente al mondo. Corel, Eleanor...... Marlene......
—Dyne a Barret
Un giorno qualunque, per un buffo scherzo del destino, le strade di Dyne e Barret si incrociarono di nuovo proprio nella prigione di Corel. Sapendo dell'arrivo di un gruppo di soldati Shinra presso il Gold Saucer, Dyne si intrufolò nel parco divertimenti e compì una strage, proprio mentre anche il suo vecchio amico si trovava sul posto: Barret si accorse della sua presenza e cercò di seguirlo, ma una volta arrivato nella prigione non riuscì ad andare subito a parlargli, e si nascose tra le rovine lontano dai banditi per riflettere su cosa dirgli.
Poco dopo, quando fu raggiunto dai suoi compagni, Barret trovò finalmente il coraggio di confrontarsi con l'amico, ma quando provò a ragionare con lui ricevette una risposta che non gli piacque: Dyne gli disse di non averlo mai perdonato per averlo abbandonato, ma disse che continuava a sentire la voce di Eleanor che gli diceva di non odiarlo, e per questo non era mai andato a cercarlo. Quando Barret gli chiese perché avesse ucciso persone innocenti oltre ai soldati della Shinra, Dyne gli disse che ormai non faceva più distinzioni, perché non gli restava più nulla al mondo.
Barret rivelò allora a Dyne che Marlene era ancora viva: l'aveva trovata a casa sua, miracolosamente scampata al massacro, e l'aveva cresciuta fino da allora, perciò Dyne avrebbe potuto riunirsi almeno a lei. A sentire queste parole, Dyne perse quasi del tutto la ragione e puntò istintivamente la sua arma contro Barret, dicendogli che solo lui avrebbe potuto fermarlo: Eleanor era ancora sola nell'aldilà, e Marlene non avrebbe mai potuto crescere bene senza una madre, perciò era intenzionato a terminare ciò che la Shinra aveva interrotto e porre fine alla propria vita e quella della bambina.
Ormai completamente fuori di senno, Dyne affrontò Barret in un furioso scontro, ma quest'ultimo riuscì a riportarlo alla ragione. Barret cercò nuovamente di convincere Dyne a tornare da Marlene con lui, ma anche questa volta l'amico rifiutò: all'epoca Marlene era troppo piccola perché potesse ricordarsi di lui, e le sue mani si erano macchiate di troppo sangue perché potesse riuscire a stringerla fra le braccia. Dyne consegnò a Barret il suo unico ricordo di Eleanor, il ciondolo che portava al collo, e chiedendo all'amico di non far mai piangere Marlene, si tolse la vita genttandosi nel crepaccio vicino.
Perso nel flusso vitale[]
L'anima di Dyne viaggiò a lungo nel limbo: a causa dei sensi di colpa per aver cercato la distruzione, egli non riusciva a trovare la pace, e il suo mitragliatore appariva sporco di sangue a simboleggiare il suo peccato. Mentre vagava senza meta e senza speranza, Dyne incontrò l'anima della giovane Aerith, che lo aiutò a liberarsi del suo fardello e lasciarsi il passato alle spalle. Libero dai peccati commessi in vita, Dyne riuscì finalmente a ricongiungersi con l'amata Eleanor, unendosi a lei nel flusso vitale.
Continuità Remake[]
Massacro al Gold Saucer[]
Violando gli accordi con Mister Gus, Dyne si intrufolò nel Gold Saucer avvolto in un cappuccio nero: il suo obiettivo era Palmer, uno dei dirigenti della Shinra, che in quel momento si trovava nel parco. Pensando di trovarlo nei pressi dell'arena della zona cruenta, finì con l'attirare l'attenzione della sua scorta, che lo circondò sul retro dell'attrazione. Dyne fece strage dei presenti, uccidendo anche alcuni membri dello staff, e distrusse la telecamera di sorveglianza per coprire le sue tracce prima di prendere l'ascensore. La sua infrazione non passò inosservata a Mister Gus, che immediatamente lo fece catturare e riportare alla discarica, dove fu legato a una sedia per impedire che facesse ancora danni.
Mentre Dyne veniva catturato, nessuno si accorse che Barret lo aveva seguito fino alla prigione di Corel per accertarsi che fosse davvero lui: l'uomo riuscì a oltrepassare l'area senza farsi vedere dai banditi, ma ne perse le tracce e non riuscì a capire dove avevano portato l'amico. Il giorno dopo, Barret fu raggiunto da Cloud e il resto dei suoi amici, e grazie a loro riuscì a capire dove si trovava esattamente Dyne.
Arrivato alla discarica, Barret trovò il suo vecchio amico ancora legato alla sedia e in preda a forti allucinazioni: Dyne gli chiese con fare sorpreso se fosse venuto a festeggiare con lui il compleanno di Eleanor, immaginando che sua moglie e Marlene fossero insieme a lui. Barret fu mortificato a vedere Dyne in quelle condizioni, e dopo averlo liberato lo aiutò ad alzarsi e lo portò fuori dall'edificio dove era rinchiuso. Dyne camminò qualche metro fuori con Barret, ma quando vide l'uniforme SOLDIER di Cloud pensò che il suo amico lo avesse consegnato alla Shinra e diede in escandescenza, sparando alla cieca con il suo mitragliatore. Quando Barret cercò di calmarlo dicendogli che voleva aiutarlo, Dyne rise alle sue parole e puntò l'arma contro di lui.
Dyne affrontò Barret in un violento scontro, durante il quale i meccanismi interni della sua protesi andarono fuori controllo e lo resero più forte, ma alla fine neanché quelle modifiche bastarono e Barret riuscì ad avere la meglio su di lui. Sconfitto, Dyne implorò Barret di ucciderlo e farla finita, ma questi non volle continuare e, togliendosi la protesi dal braccio, chiese all'amico di uccidere lui. Per tutta risposta, Dyne colpì Barret con la canna del suo fucile e gli rinfacciò di essere un codardo per cui la morte sarebbe stata solo un'altra scappatoia.
Una tragica redenzione[]
- Continua tu... a vivere... devi soffrire...
—Dyne
Barret chiese perdono a Dyne per non essere riuscito a vedere oltre i soldi della Shinra, e improvvisamente Dyne ebbe un'altra allucinazione: sentì la voce di Eleanor che gli diceva di non odiare Barret, che non era colpa sua. Ma se non poteva incolpare lui, contro chi altro poteva rivolgersi? Dyne vide alcuni soldati della Shinra che si avvicinavano e iniziò a sparare all'impazzata contro di loro, ma quando essi risposero al fuoco Barret lo atterrò e gli fece da scudo. Quando gli amici di Barret ebbero tolto di mezzo i soldati, Dyne lamentò di aver perso la propria coscienza dopo aver ucciso così tante persone, e di avere solo un grande vuoto dentro di sé: anche se non aveva più ragione di vivere senza Eleanor e Marlene, non aveva la forza di togliersi la vita, e non capiva perché.
Fu allora che Barret gli disse una verità che sperava lo avrebbe riportato alla ragione: Marlene era ancora viva, aveva vissuto a Midgar con lui e aveva da poco compiuto quattro anni. Barret gli mostrò la foto della piccola che aveva adottato e Dyne versò lacrime di gioia: era davvero diventata una bambina stupenda, con gli occhi e i capelli di sua madre. Barret gli disse che dopo l'incendio al villaggio era disperato e divorato dal senso di colpa, e Marlene era stata l'unica a dargli la forza di andare avanti, dopo che l'aveva salvata dalle fiamme. La gioia di Dyne mutò rapidamente in rabbia al pensiero che il suo migliore amico gli avesse portato via sua figlia, ma Barret gli assicurò che non era così, e lo invitò a tornare a Midgar con lui per poterla riabbracciare.
A sentire quelle parole, Dyne andò su tutte le furie: con che coraggio Barret poteva chiedergli una cosa del genere? Ormai aveva ucciso troppa gente, non avrebbe mai potuto toccare sua figlia con le mani così sporche di sangue. Proprio in quel momento, altri soldati della Shinra apparvero dietro Barret, e, in preda alla disperazione, Dyne scostò immediatamente l'amico e ricominciò a sparare, uccidendoli tutti ma ritrovandosi a sua volta crivellato di proiettili.
Ferito e sanguinante, Dyne abbandonò il suo mitragliatore e si accasciò sopra Barret, e guardando un'ultima volta il suo vecchio amico negli occhi, gli disse di continuare a vivere, a portare la sua vita e quella degli abitanti di Corel sulla coscienza. Pensando ancora alla sua amata Eleanor, Dyne chiuse gli occhi per sempre tra le braccia di Barret, che si abbandonò a un grido di dolore per non essere riuscito a salvarlo per la seconda volta.
Poco dopo, Dyo, il proprietario del Gold Saucer, arrivò con il suo fuoristrada per assicurare una via di fuga al gruppo prima che arrivasse la Shinra, e si offrì di dare a Dyne una degna sepoltura anche dopo quello che aveva fatto. Barret pose la foto di Marlene nella mano del suo amico e gli diede un ultimo sincero saluto prima di lasciare l'area.
Profilo[]
Aspetto fisico[]
Dyne è un uomo ultratrentenne con la pelle abbronzata e lineamenti duri, capelli castani tagliati cortissimi e uno sguardo costantemente accigliato, reso ancor più minaccioso dalla vistosa cicatrice sull'occhio sinistro. In contrasto con la figura robusta e imponente di Barret, il suo fisico è più snello e atletico, per quanto i suoi muscoli siano sempre forti e definiti. Nel gioco originale, il suo modello aveva i capelli color viola scuro.
Indossa una maglia bianca senza maniche sotto una giacca smanicata di pelle grigia con bordi rossi, un guanto marrone senza dita sulla mano destra, pantaloni baggy verde militare e pesanti anfibi marrone scuro. Appeso al collo ha un ciondolo dorato, contenente una foto di sua moglie Eleanor con Marlene appena nata. Nella sua comparsa in Final Fantasy VII Rebirth, la giacca ha le maniche corte e rigirate, sono presenti due cinghie che rafforzano la spalla sinistra sopra la maglietta, e tutto l'abbigliamento ha tinte più tendenti al marrone, specialmente nelle scene ambientate nel presente a causa del lungo periodo passato nel deserto.
In modo simile a Barret, anche Dyne ha perso una mano, in questo caso la sinistra, e l'ha sostituita con un'arma da fuoco. L'arma è un mitragliatore pesante a canna singola con finiture nere, in contrasto con il gatling con finiture argentate di Barret, ha una forma allungata per ottimizzare la mira a lunga distanza e la canna allargata per sparare proiettili di grosso calibro protetta da una lunga volata per disperdere il calore ed evitare il surriscaldamento. L'attacco dell'arma presenta inoltre un grosso caricatore, la cui forma varia tra Final Fantasy VII e Final Fantasy VII Rebirth: nel primo, è un caricatore a piatto orizzontale, mentre nel secondo è un doppio tamburo verticale. Oltre ai normali proiettili, il mitragliatore può anche sparare colpi esplosivi ad alta potenza, cambiando modalità in base alla posizione del braccio di Dyne.
In Final Fantasy VII Rebirth, l'arma cela inoltre un'altra sorpresa: è infatti in grado di estendersi e generare protuberanze metalliche simili a tentacoli, ed è dotata di un sistema di controllo magnetico che consente a Dyne di assimilare frammenti di metallo attorno a sé e trasformarla in un gigantesco martello o in una batteria laser. Non è chiaro come ci riesca, ma è implicito che Dyne abbia volontariamente apportato o fatto apportare questa modifica.
Personalità[]
La storia passata di Dyne è rivelata al giocatore attraverso le parole di Barret e un importante flashback: prima degli eventi del gioco, Dyne era un uomo che amava il suo lavoro e le tradizioni del suo villaggio, ed era profondamente attaccato alla sua famiglia. Era anche molto legato a Barret, suo amico d'infanzia, e l'unica differenza di opinione che avessero mai avuto era proprio riguardo alla costruzione del reattore mako sul monte Corel. Tutte queste premesse contribuiscono alla tragicità della sua caduta nella spirale dell'odio e della follia quando riappare durante la storia.
Dopo gli eventi che hanno portato alla distruzione di Corel, la rabbia per la perdita del suo villaggio, dei suoi amici, della sua famiglia e del suo braccio, lo ha gradualmente consumato e gli ha dato una visione profondamente nichilista del mondo: quando Barret lo rivede dopo quattro anni, Dyne è convinto che al mondo esistano solo vuoto e disperazione, e il suo odio verso la Shinra si è esteso a tutto il mondo, ragion per cui uccide indiscriminatamente soldati e civili. Il suo unico momento di lucidità avviene quando scopre che Marlene è ancora viva, ma anche questo è di breve durata perché la consapevolezza di cosa è diventato gli impedisce di pensare di avere ancora diritto a vivere. Dyne è un esempio di cosa Barret sarebbe diventato se non avesse avuto Marlene a mantenerlo ancorato alla realtà: un uomo senza più nulla al mondo, eccetto un profondo odio per la Shinra.
La caratterizzazione di Dyne in Final Fantasy VII Rebirth rimane simile a quella del gioco originale, ma il suo linguaggio del corpo e l'ovvia ferita che ha in testa rendono molto più chiaro che la sua follia sia dovuta ai danni cerebrali subiti dalla caduta. Ha ancora abbastanza senno da rivolgere la propria rabbia solo contro la Shinra anziché contro tutto il mondo, ma allo stesso tempo rimane comunque indifferente alle possibili vittime collaterali delle sue azioni, e il suo odio verso la compagnia è tale che ormai spara a vista a chiunque gli sembri affiliato ad essa, incluso Cloud.
Il gioco introduce inoltre un conflitto molto più personale con Barret: mentre nell'originale il suo odio non era rivolto direttamente verso il suo vecchio amico, nel remake lo risente profondamente per non essere mai tornato a cercarlo, e quando scopre che Marlene è stata cresciuta da lui, gli si scaglia contro con rabbia perché se già credeva di non avere più nulla al mondo, ora è consapevole che l'unica parte della sua vita che la Shinra non gli ha strappato via è cresciuta lontano da lui con l'uomo che considerava il suo migliore amico. Contrariamente al gioco originale, in cui se ne andava relativamente in pace con Barret, in Rebirth il risentimento verso di lui permane fino alla fine, quando lo salva da un attacco della Shinra con il solo scopo di ricordargli che deve soffrire ancora.
Gameplay[]
Final Fantasy VII[]
- Articolo principale: Dyne (Final Fantasy VII)
Dyne è affrontato come boss durante gli eventi di Corel Prison, in uno scontro combattuto dal solo Barret. Si tratta di un boss molto semplice che usa prevalentemente attacchi fisici, alternati occasionalmente a Molotov Cocktail, che causa danni di fuoco, e S-Mine, che causa danni fisici elevati. Avrebbe anche accesso alla magia Fire, ma non la usa mai.
Final Fantasy VII Rebirth[]
- Articolo principale: Dyne (VII Rebirth)
Dyne è affrontato come boss nella prigione della discarica della regione di Corel durante il capitolo 8, e anche questa volta lo scontro è combattuto dal solo Barret. Lo scontro è suddiviso in tre fasi: durante la prima, combatte in modo simile all'originale, alternando raffiche di proiettili a colpi più potenti; durante la seconda, comincia a usare Mine S per evocare un campo di mine e Laser letale per sparare un colpo che può essere evitato riparandosi dietro le macerie; durante la terza fase diventa invece molto più pericoloso, potenziando il suo fucile ed evocando un enorme martello o tentacoli fatti di rottami che Barret può distruggere per annullare i suoi attacchi e mandarlo in tensione.
Se si torna alla prigione della discarica più avanti nel gioco, la tomba di Dyne potrà essere vista tra i cumuli di rottami, identificata da un tumulo con il suo mitragliatore piantato sopra. Avvicinandosi ad essa, Cloud avrà sempre una velocità di camminata minima, e Barret si fermerà per salutare l'amico.
Final Fantasy VII Ever Crisis[]
Dyne è affrontato come boss durante "Showdown between Friends", terzo atto della sesta sezione del sesto capitolo della storia di Final Fantasy VII. Come nel gioco originale, lo scontro è combattuto dal solo Barret, e Dyne dispone ancora delle abilità S-Mine e Molotov Cocktail.
Dyne è inoltre il primo boss introdotto nel gioco ad avere un attacco finale che usa una volta che i suoi HP scendono a zero, in questo caso una versione potenziata di Molotov Cocktail, ma è possibile evitare che lo usi sconfiggendolo con un attacco limite.
Musica[]
Nell'originale Final Fantasy VII, forse per sottolineare la drammaticità del personaggio, Dyne non solo non aveva un tema musicale associato, ma durante tutta la sequenza con lui non era riprodotta alcuna musica ad eccezione del tema di battaglia dei boss.
In Final Fantasy VII Rebirth, al contrario, Dyne ha ben tre temi musicali: "Best of Friends Together Again" e "Annihilation Beam" sono riprodotti rispettivamente durante la prima e la seconda fase dello scontro con lui, e "What Hate Does to a Man" è riprodotto nella scena successiva. Tutti e tre i temi sono caratterizzati dalla stessa melodia di base, che è parzialmente riprodotta anche durante l'intermezzo del brano "Prison Break", riprodotto durante la fuga in fuoristrada poco dopo.
Altre comparse[]
Final Fantasy VII G-Bike[]
Dyne era apparso come boss in questo titolo per smartphone. Guidava una regolare moto Shinra, usava l'attacco limite S-Mine, e durante la battaglia il giocatore aveva il supporto di Barret.
Final Fantasy Record Keeper[]
Dyne era un boss presente nel gioco. Poteva essere affrontato alla fine del dungeon "Corel Prison", ripreso da Final Fantasy VII.
Dietro le quinte[]
Il ciondolo di Dyne è uno degli oggetti chiave visualizzabili nel disco extra dell'edizione International di Final Fantasy VII.
Nelle prime stesure del gioco, il ruolo di Dyne e il suo astio verso Barret erano leggermente diversi rispetto alla versione finale: originariamente, Marlene avrebbe dovuto essere la figlia naturale di Barret, e Dyne avrebbe affrontato l'amico in preda alla frustrazione per aver perso tutto e non avere più nessuno al proprio fianco, al contrario di quest'ultimo. Questo concept è rielaborato in Final Fantasy VII Rebirth, in cui Dyne si infuria con Barret quando scopre che Marlene è ancora viva ed è stata cresciuta da lui.
Secondo quanto affermato dai programmatori del gioco, Dyne era stato anche pensato con un coltello o un machete al posto del braccio sinistro. Altri nomi proposti per Dyne erano Duel e Vicks.
Alcuni aspetti della personalità di Dyne nel gioco originale sono stati modificati per la sua comparsa in Final Fantasy VII Rebirth: pur rimanendo fedele al concept originale, il massacro al Gold Saucer è esplicitamente dipinto come un tentativo finito male di uccidere Palmer, la sua mentalità nichilista è rimossa in favore di un atteggiamento paranoico dovuto alle continue allucinazioni di Eleanor che lo perseguitano, e il suo suicidio è stato cambiato in un sacrificio eroico. Questi cambiamenti sono probabilmente dovuti all'aumento di eventi simili nel mondo reale, che hanno attirato l'attenzione dei media sulla possibile correlazione tra videogiochi violenti e disagio giovanile a partire dal massacro alla scuola Columbine, avvenuto due anni dopo l'uscita di Final Fantasy VII.
Il produttore Yoshinori Kitase si è detto sorpreso del fatto che il team fosse riuscito a mantenere la parte di storia riguardante Dyne fedele al gioco originale, poiché temeva che avrebbero dovuto rimuoverla o ridurla drasticamente a causa delle sensibilità moderne.
La scena del suicidio di Dyne è stata rimossa anche in Final Fantasy VII Ever Crisis, che segue più fedelmente la trama dell'originale: in questa versione, Dyne si sacrifica per salvare Barret da un soldato Shinra apparso all'improvviso e muore tra le braccia dell'amico come in Rebirth.